Marco Chiera
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28/07/2022 - Ultimo aggiornamento 03/04/2024
Marco Tramontano, Giacomo Consorti, Giovanni Morone, Christian Lunghi | Anno 2021
Vertigini e disturbi dell’equilibrio. Il ruolo del trattamento manipolativo osteopatico: una revisione sistematica
Patologia:
Vertigini
Tipo di studio:
Revisione sistematica
Data di pubblicazione della ricerca:
21-12-2021
Scopo dello studio
- Obiettivo: valutare l’efficacia dell’OMT nella gestione dei pazienti con vertigini e disordini dell’equilibrio
- Outcome misurati:
- Primari: qualsiasi misurazione in grado di valutare la gravità dei disordini dell’equilibrio
- Secondari: sicurezza ed effetti avversi dell’OMT
Metodi
- Articoli analizzati: 5
- Criteri di inclusione: studi sperimentali sottoposti a peer-review; studi randomizzati controllati (RCT), quasi-randomizzati, randomizzati non controllati, di coorte, caso-controllo, non-randomizzati; studi in inglese; studi pubblicati in qualsiasi anno; studi senza restrizioni sui soggetti trattati (erano quindi presenti persone di tutte le condizioni economiche, età e genere); studi che hanno riportato disordini dell’equilibrio – vertigini, dizziness (stordimento), oscillopsia, instabilità posturale, diplopia, e ogni malattia neurologica centrale o periferica che manifestava disturbi nell’equilibrio – legati o non legati a condizioni neurologiche; studi che hanno riportato soggetti con instabilità posturale oscillante, alterazioni nel centro di gravità e rischio di caduta; studi con diagnosi clinica/strumentale in caso di patologie o con auto-diagnosi in caso di condizioni sintomatiche (es. dizziness); studi dove l’OMT è stato l’intervento principale, da solo o con altri interventi.
- Criteri di esclusione: studi retrospettivi, case report, serie di casi, commenti, lettere agli editor delle riviste e opinioni degli esperti; studi dove è stata applicata una singola tecnica di OMT.
Caratteristiche degli studi
- 2 studi su deficit vestibolari
- 1 studio su disordini dell’equilibrio associati alla malattia di Parkinson
- 1 studio su dizziness senza una causa specifica
- 1 studio su persone anziane con postura oscillante e alterato centro di gravità
- tutti gli studi sono stati considerati di buona qualità (punteggio ≥5 secondo la Newcastle-Ottawa Scale)
Partecipanti
- Numero nello studio più piccolo: 9 persone (4 donne e 5 uomini)
- Numero nello studio più grande: 40 persone (10 donne e 30 uomini)
- Totale: 114 persone (48 donne e 66 uomini)
- Età media: da 27 a 89 anni
Interventi e valutazioni
- sessioni di OMT di 20-30 minuti
- sessioni di interventi di controllo di 20-60 minuti
- da 1 a 12 sessioni di trattamento
- nei gruppi OMT: sia tecniche dirette (ad energia muscolare, ad alta-velocità e bassa-ampiezza) sia tecniche indirette (counterstrain, rilascio miofasciale, bilanciamento delle tensioni legamentose e OMT craniale)
- nei gruppi di controllo: palpazione con tocco leggero come trattamento sham, counseling, nessun trattamento (2 studi non avevano il controllo)
- sia l’OMT sia i trattamenti sham sono stati effettuati da osteopati o da medici osteopati
- valutazione dell’efficacia tramite posturografia dinamica computerizzata (4 studi), Dizziness Handicap Inventory scale (DHI) (3 studi), o Mini-Balance Evaluation Systems Test (1 studio)
Risultati
- Outcome primari: l’OMT si è dimostrato in grado di migliorare la percezione di equilibrio, ridurre l’instabilità posturale, prevenire il peggioramento delle vertigini posizionali parossistiche benigne e migliorare la mobilità in caso di Parkinson, anche nell’immediato.
- Outcome secondari: 9 persone hanno riportato leggeri e passeggeri (con durata inferiore a 24 ore) effetti avversi, dal non sentirsi bene (1 persona) ad un aumento delle vertigini (3 persone) fino ad indolenzimento muscolare (5 persone). Nessun altro effetto avverso legato a condizioni neurologiche è stato evidenziato.
Discussione
Sebbene con limiti dovuti alla metodologia degli studi (es. mancanza di gruppi di controllo, pochi pazienti, tasso di dropout, ossia abbandono dello studio, alto in un gruppo di controllo), l’OMT sembra un intervento utile a gestire e migliorare i disordini dell’equilibrio, dati anche i quasi nulli effetti avversi riportati.
Le motivazioni dietro l’utilità dell’OMT sono molteplici: da un lato l’osteopatia si caratterizza come un approccio centrato sul paziente, per cui l’osteopata valuta le tecniche più adeguate da usare sulla base del quadro clinico del paziente e delle disfunzioni somatiche rilevate durante l’esame palpatorio. Dall’altro lato, la riduzione del dolore e l’aumentata possibilità di movimento (ROM) spesso indotte dall’OMT possono favorire una miglior propriocezione, ovvero una miglior percezione del proprio corpo nello spazio e dei suoi movimenti, il che favorisce come naturale conseguenza un miglior equilibrio.
Una miglior propriocezione potrebbe poi aumentare la consapevolezza corporea dei pazienti e la fiducia che loro hanno nel proprio corpo, riducendo così la paura di muoversi e cadere.
Tenuto conto che un OMT personalizzato sul quadro clinico e i bisogni dei pazienti potrebbe ridurre anche l’uso di farmaci (con annessa spesa e possibili effetti avversi) o il ricorso ad interventi chirurgici, se non nei casi più estremi, studi futuri che valutino più attentamente l’efficacia dell’OMT in caso di disordini dell’equilibrio sono essenziali.
La recensione di Osteopedia
A cura di Marco Chiera
Punti di forza: benché il risultato debba essere approfondito da studi più rigorosi, la revisione mostra come l’OMT possa aiutare in caso di vertigini e disordini dell’equilibrio; è stata consultata anche la letteratura grigia; gli autori evidenziano diverse vie per migliorare e rendere più rigorosi gli studi su OMT e disordini dell’equilibrio (es. usare come scala di valutazione la DHI e dare rilievo alle PROM, ossia alle “misure di esito riportate dal paziente” o, in termini semplici, alla valutazione approfondita che un paziente dà della propria salute e qualità di vita. Le PROM risultano centrali per un approccio di cura centrato sul paziente).
Limiti: una meta-analisi non è stata possibile a causa dell’eterogeneità degli studi (in pratica, ogni studio ha usato misurazioni diverse tra loro non comparabili); gli studi analizzati non riportavano informazioni precise relative alle cause e alla diagnosi di certi disordini dell’equilibrio (es. dizziness), così come in merito allo stato di salute generale o ad altre terapie in corso (es. farmaci assunti); nessuno studio analizzato ha effettuato un corretto calcolo della numerosità campionaria, fatto che può portare a falsi negativi (si valuta un trattamento come inefficace quando invece è efficace).
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