Marco Chiera
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20/09/2022 - Ultimo aggiornamento 19/04/2024
Francesca Baroni, Damiana Mancini, Silvia Chiara Tuscano, Simone Scarlata, Christian Lunghi, Francesco Cerritelli, Jason Haxton | Anno 2021
Il trattamento manipolativo osteopatico e l’influenza spagnola: una revisione storica della letteratura
Patologia:
Influenza
Tipo di studio:
Revisione storica della letteratura
Data di pubblicazione della ricerca:
01-02-2021
Scopo dello studio
- Obiettivo: analizzare le tecniche di OMT usate per gestire l’influenza spagnola sulla base di: principi e procedure usate, frequenza e durata del trattamento, effetti avversi e consigli dati ai pazienti
- Outcome misurati:
- Primari: evidenze legate a principi e procedure usate, frequenza e durata dell’OMT, effetti avversi e consigli dati ai pazienti
Metodi
- Articoli analizzati: 16
- Stringa di ricerca:
- uso dei seguenti termini MeSH: manipulation, osteopathic; influenza pandemic, 1918-1919; epidemics
- uso dei seguenti termini liberi: Spanish influenza, flu, epidemic, grippe, pneumonia, or osteopathic management/treatment
- Criteri di inclusione: studi con descrizione dell’OMT e di consigli dati ai pazienti; studi pubblicati fra il 1900 e il 1940; oltre ai classici database scientifici, la ricerca è stata effettuata presso il Museum of Osteopathic Medicine International Center for Osteopathic History di Kirksville, Missouri.
- Criteri di esclusione: mancanza della descrizione del trattamento manipolativo
Caratteristiche degli studi
16 articoli presenti in libri, riviste o altre fonti del Museum of Osteopathic Medicine International Center for Osteopathic History
Interventi e valutazioni
- OMT:
- tecniche dirette a regioni muscoloscheletriche, dal cranio alla colonna vertebrale fino alle estremità inferiori: tecniche articolari, sui tessuti molli, di rilassamento e di inibizione profonda
- tecniche dirette alla funzionalità organica, in particolare ai sistemi cardiocircolatorio, respiratorio, neurologico, intestinale ed immunitario
Risultati
Outcome primari:
- Principi e procedure dell’OMT: trattare i pazienti, e non la malattia, per massimizzare il potenziale di salute, cercando così di prevenire il contagio.
A fronte della valutazione delle disfunzioni e del ragionamento clinico sulle supposte cause (più che dei sintomi), l’OMT è stato usato per rilasciare blocchi muscolari, sistemare lesioni ossee, sostenere il sistema respiratorio e influenzare la circolazione sanguigna e linfatica, oltre che il sistema nervoso autonomico, la produzione endocrina e il metabolismo.
Particolare attenzione è stata posta a trattare donne incinta, neonati e bambini.
Diverse fonti hanno riportato un tasso di mortalità molto basso (es. 0.25%), inferiore alla media di coloro che non hanno ricevuto l’OMT - Frequenza e durata dell’OMT: personalizzate sulla base della gravità del paziente e della sua risposta al trattamento. Le sessioni sono state giornaliere, se non addirittura fino a 4 al giorno in caso di particolare gravità. Inoltre, tendevano ad essere brevi (massimo 15 minuti) in quanto sembrava che, in questo modo, l’OMT fosse più tollerabile e potesse venire applicato più spesso
- Effetti avversi: 3 articoli hanno riportato un aumento della febbre a seguito dell’OMT e un possibile aggravamento dei sintomi, a cui faceva seguito l’indicazione di aspettare almeno 24-48 ore prima di eseguire un nuovo trattamento.
È stato ipotizzato che l’aumento della febbre fosse dovuto allo stimolo della circolazione linfatica e, quindi, dell’attività immunitaria - Consigli dati ai pazienti: durante il periodo febbrile, molti consigli riguardavano una dieta liquida, bevande calde, idratazione frequente (es. 1 bicchiere d’acqua ogni ora) e brodi vegetali o di carne. Una volta passata la febbre, venivano consigliati cibi più sostanziosi sia vegetali sia animali, in modo da sostenere l’organismo con proteine e carboidrati.
Per quanto riguarda l’ambiente, ai pazienti veniva consigliato di stare in una stanza calda ma ventilata, magari usando oli essenziali di diverso tipo. Inoltre, veniva consigliato di riposare appoggiati su un fianco in quanto stare sdraiati supini sul dorso favoriva il peggioramento della funzionalità respiratoria e l’aggravamento della polmonite
Discussione
L’analisi della letteratura inerente all’uso dell’OMT durante l’influenza spagnola ha mostrato come l’OMT fosse usato per sostenere la salute globale dei pazienti, in associazione a dei consigli che potessero, a loro volta, evitare di affaticare i pazienti e sostenerne l’organismo.
Benché i resoconti dell’epoca risultino deboli dal punto di vista della moderna metodologia scientifica, essi mostrano appieno il ragionamento clinico che gli osteopati hanno applicato in una situazione di emergenza, potendo così aiutare gli osteopati contemporanei nella loro pratica quotidiana.
Il dato riguardante la minor mortalità indotta dall’OMT, purtroppo, non è stato ottenuto tramite rigorosi standard e, pertanto, potrebbe essere stato influenzato da diversi metodi di valutare e riportare la morbidità e la mortalità. Inoltre, proprio a causa della metodologia non rigorosa, è veramente difficile definire un nesso causale fra l’uso dell’OMT e la mortalità.
Per questo motivo, i dati raccolti devono essere usati principalmente per stimolare il ragionamento clinico e indurre all’esecuzione di nuove ricerche cliniche sul tema, piuttosto che per “validare a priori” l’utilità dell’OMT in situazioni di pandemia.
Lo stesso vale in relazione all’ipotesi che certe tecniche, come le tecniche di pompa linfatica, abbiano potuto stimolare direttamente l’attività immunitaria: i dati disponibili sono pochi, e spesso più di laboratorio o su modelli animali che su esseri umani.
Per quanto concerne i consigli dati ai pazienti, alimentari e ambientali, la ricerca moderna tende a confermarne l’utilità, in quanto durante una forte risposta immunitaria un buon supporto proteico è necessario, così come diversi studi mostrano le proprietà antivirali e antimicrobiche di diversi oli essenziali.
La recensione di Osteopedia
A cura di Marco Chiera
Punti di forza: inclusione nella ricerca di studi cartacei oltre ai classici database elettronici; valutazione dell’intervento osteopatico nelle sue varie sfaccettature (tecniche, frequenza, etc.) e in considerazione dello stile di vita; interessanti le descrizioni date dagli osteopati sull’uso di determinate tecniche.
Limiti: se possibile, sarebbe stato interessante mettere maggior esempi del ragionamento clinico che gli osteopati hanno usato durante la pandemia dell’influenza spagnola.
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