Marco Chiera
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15/05/2023 - Ultimo aggiornamento 19/04/2024
Zachary T. Terrell, Sarah C. Moudy, Kendi L. Hensel, Rita M. Patterson | Anno 2022
Effetto del trattamento manipolativo osteopatico vs medicina manipolativa osteopatica craniale sull’andatura parkinsoniana
Patologia:
Malattia di Parkinson
Tipo di studio:
Trial randomizzato controllato
Data di pubblicazione della ricerca:
14-02-2022
Scopo dello studio
- Obiettivo: valutare gli effetti dell’OMT, da solo e con l’aggiunta di specifiche tecniche della medicina manipolativa osteopatica craniale (OCMM), sull’andatura in persone con malattia di Parkinson
- Outcome misurati:
- primario: valutazione del range of motion (ROM) di anca, ginocchia e caviglie nel piano sagittale
Partecipanti
- Numero: 84 persone (33 donne e 51 uomini)
- Criteri di inclusione: adulti (età ≥ 18 anni), con sola malattia di Parkinson idiopatica agli stadi Hoehn & Yahr Stage (H&Y) 1-3 – diagnosi eseguita da un neurologo – o, per il gruppo di controllo, sani; non aver ricevuto OMT o fisioterapia nei 30 giorni precedenti allo studio, e capacità di camminare indipendentemente senza l’ausilio di supporti. I pazienti con Parkinson sono stati reclutati nella clinica dell’University of North Texas Health Science Center (UNTHSC) tramite eventi e enti locali.
- Criteri di esclusione: presenza di altre patologie; presenza di alterazioni cognitive, come mostrato da un punteggio del Mini-Mental State Examination (MMSE) <26 per i pazienti con Parkinson o <24 per i pazienti sani.
- Gruppi di studio: 2 gruppi abbinati per età divisi in 3 sottogruppi ottenuti tramite randomizzazione
- Gruppo 1: persone con malattia di Parkinson, 41 persone (16 donne e 25 uomini)
- Gruppo 1.1: OMT “dal collo in giù”, 14 persone (9 donne e 5 uomini, età media 70,2 anni)
- Gruppo 1.2: OMT con OCMM, 15 persone (5 donne e 10 uomini, età media 67,9 anni)
- Gruppo 1.3: trattamento sham (fittizio), 12 persone (2 donne e 10 uomini, età media 63,5 anni)
- il gruppo 1.3 ha mostrato una maggiore gravità della malattia di Parkinson rispetto sia al gruppo 1.2 sia soprattutto al gruppo 1.1
- Gruppo 2: controlli sani, 43 persone (17 donne e 26 uomini)
- Gruppo 2.1: OMT “dal collo in giù”, 15 persone (8 donne e 7 uomini, età media 68,2 anni)
- Gruppo 2.2: OMT con OCMM, 15 persone (5 donne e 10 uomini, età media 66,9 anni)
- Gruppo 2.3: trattamento sham, 13 persone (4 donne e 9 uomini, età media 65,2 anni)
- Gruppo 1: persone con malattia di Parkinson, 41 persone (16 donne e 25 uomini)
Interventi e valutazioni
- Valutazione iniziale e dopo il trattamento dello stato cognitivo tramite MMSE e della gravità della malattia di Parkinson tramite Unified Parkinson’s Disease Rating Scale (UPDRS) e scala H&Y
- Valutazione iniziale e dopo il trattamento dell’andatura a livello di anca, ginocchia e caviglie durante una camminata di 30 secondi tramite sistema computerizzato di analisi del movimento
- è stata eseguita una prima fase di calibrazione per definire la velocità base di ogni soggetto
- OMT “dal collo in giù”: trattamento standardizzato della durata di 20-25 minuti con tecniche applicate ad entrambi i lati del corpo
- tecniche usate: rilascio miofasciale, articolari, ad energia muscolare, di bilanciamento delle tensioni legamentose
- aree trattate: colonna cervicale, toracica e lombare, cingolo scapolare, articolazione sacroiliaca, anche, muscoli degli arti inferiori e caviglie
- OMT con OCMM: trattamento standardizzato della durata di 25-30 minuti con tutte le tecniche del solo OMT e l’aggiunta di tecniche dirette a valutare anche disfunzioni craniali
- tecniche usate: rilascio miofasciale, articolari, ad energia muscolare, di bilanciamento delle tensioni legamentose, decompressione atlo-occipitale, decompressione della sincondrosi sfenobasilare, V-spread della sutura occipitomastoidea, bilanciamento dell’osso temporale, drenaggio dei seni venosi
- trattamento sham: trattamento della durata di 20-25 minuti
- le persone stavano in una posizione simile a quella dei due trattamenti con OMT e venivano solo esaminate tramite ROM attivi e passivi
- per mimare l’OCMM, alle persone, messe in posizione supina, veniva tenuta la testa fra le mani dell’operatore
- OMT, OCMM e trattamento sham eseguito da due osteopati certificati
Risultati
- Outcome primario: il ROM a livello di anca e ginocchia, durante la seconda metà dell’andatura, è risultato differente fra persone con Parkinson e persone sane prima del trattamento. Il gruppo che ha ricevuto sia OMT sia OCMM ha visto un miglioramento nel ROM dell’anca statisticamente significativo.
Discussione
L’OMT con l’aggiunta dell’OCMM ha mostrato di poter migliorare il ROM dell’anca in persone con malattia di Parkinson. Tuttavia, altri risultati dovuti ai trattamenti non sono emersi dallo studio.
L’OCMM può aver avuto questo effetto positivo grazie alla risoluzione di disfunzioni somatiche cervicali, occipitali e craniali, disfunzioni che studi passati hanno effettivamente riscontrato in persone con malattia di Parkinson. Dato che il movimento dipende dal controllo neurologico centrale, risolvere disfunzioni craniali può aiutare a favorire una miglior circolare a livello neurale e, quindi, una miglior funzione motoria.
Interessante è stata la differenza riscontrata nell’andatura, in particolare a metà e nella sua conclusione, fra persone sane e persone con Parkinson: queste ultime mostrano un’andatura più conservativa mirata a mantenere un certo grado di stabilità. Di conseguenza, valutare e trattare eventuali restrizioni a livello di anca e ginocchia può risultare particolarmente utile per migliorare la camminata e ridurre il rischio caduta.
Un limite dello studio può essere stato la standardizzazione dei trattamenti usati, in quanto l’OMT è per sua natura una medicina personalizzata sulle esigenze del paziente. Tuttavia, la standardizzazione favorisce la ripetibilità dello studio. Inoltre, l’analisi computerizzata dell’andatura può non essere stata completamente precisa, in quanto i rilevatori applicati ai pazienti all’inizio dello studio sono stati tolti durante il trattamento per poi essere riapplicati una volta finito il trattamento. Esiste quindi la possibilità che i rilevatori siano stati messi in posizioni non perfettamente uguali.
Infine, questo studio ha analizzato una singola sessione di trattamento, mentre sarebbe utile valutare un percorso più lungo.
La recensione di Osteopedia
A cura di Marco Chiera
Punti di forza: interessante l’inclusione di tecniche craniali per agire anche a livello centrale e non solo periferico; buona analisi e rappresentazione dei dati; buona descrizione dei limiti.
Limiti: sono stati raccolti dati potenzialmente interessanti inerenti a stato cognitivo e gravità della malattia di Parkinson che però non sono stati usati. Benché l’outcome fosse il ROM, un’analisi di questi dati avrebbe potuto fornire un’indicazione più ampia dell’effetto del trattamento.
La maggior gravità della malattia di Parkinson rilevata nel gruppo sham limita le conclusioni ottenute. Inoltre, nonostante gli autori si siano rifatti a studi passati, non è stata fatta alcuna analisi sulla dimensione campionaria (quanti pazienti reclutare) necessaria per ottenere risultati affidabili.
Considerazioni: dati gli sviluppi che il costrutto dell’interocezione ha avuto negli ultimi anni anche nel Parkinson e l’importanza della consapevolezza corporea per mantenere una buona andatura in caso di Parkinson, sarebbe utile valutare non solo aspetti “oggettivi” (es. ROM) ma anche “soggettivi” (es. capacità di concentrazione, fiducia nel corpo e nelle sensazioni, consapevolezza corporea).
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