Marco Chiera
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27/12/2023 - Ultimo aggiornamento 25/03/2024
Kira Bendixen, Alexis Beinlich, Bryan Beck, Nabeel Hashmi, Alexa Craig | Anno 2021
Studio pilota per valutare l’effetto del trattamento manipolativo osteopatico (OMT) sulla durata di ospedalizzazione dei neonati dopo ipotermia terapeutica
Ambito:
Neonati a termine trattati con ipotermia terapeutica
Tipo di studio:
Studio pilota
Data di pubblicazione della ricerca:
01-01-2021
Scopo dello studio
- Obiettivo: valutare se l’OMT può ridurre i giorni di ospedalizzazione in neonati a termine, accelerando la transizione all’alimentazione autonoma (al seno o biberon).
- Outcome misurati:
- Primari: numero di giorni di ospedalizzazione (LOS).
- Secondari: valutazione del numero di giorni necessari per giungere all’alimentazione autonoma tramite il conteggio dei giorni con alimentazione nasogastrica, e valutazione delle disfunzioni somatiche tramite valutazione strutturale osteopatica.
Partecipanti
- Numero: 48 neonati (17 femmine e 31 maschi).
- Criteri di inclusione: neonati a termine (età gestazionale ≥ 37 mesi), diagnosi di lieve o moderata encefalopatia neonatale, trattati con ipotermia terapeutica, nessun segno di convulsioni, risonanza magnetica funzionale cerebrale normale.
- Criteri di esclusione: sindrome di astinenza neonatale, restrizione di crescita fetale, anomalie congenite maggiori (es. labbro leporino), storia di diabete materno, stato moribondo (bassa probabilità di beneficiare di supporto intensivo).
- Gruppo di studio: 2 gruppi ottenuti tramite randomizzazione
- Gruppo 1: OMT, 12 neonati (4 femmine e 8 maschi, età gestazionale media 39,5 settimane).
- Gruppo 2: controllo storico con sole cure standard, 36 neonati (13 femmine e 23 maschi, età gestazionale media 39,8 settimane):
- per ogni neonato del gruppo 1 sono stati abbinati 3 neonati del gruppo 2 sulla base di: sesso, età gestazionale, grado di encefalopatia, assenza di convulsioni e risonanza magnetica funzionale normale;
- nessun neonato del gruppo 1 è stato intubato mentre 19 neonati del gruppo 2 sono stati intubati come misura di supporto respiratorio.
Interventi e valutazioni
- Valutazione dei LOS come differenza fra la data di dimissione e la data di nascita (uguale alla data di ricovero), calcolata in giorni interi.
- Valutazione del numero di giorni necessari per giungere all’alimentazione autonoma tramite il conteggio dei giorni con alimentazione nasogastrica.
- Il raggiungimento dell’alimentazione autonoma (allattamento al seno o tramite biberon) è stato definito come un periodo di almeno 24 ore senza tubo nasogastrico.
- Valutazione delle disfunzioni somatiche tramite valutazione strutturale osteopatica prima e dopo l’intervento.
- Sono stati raccolti anche commenti del personale infermieristico e dei genitori.
- 2 sessioni di OMT fra il 4° e il 7° giorno di vita, ed ulteriori sessioni bisettimanali in giorni non consecutivi in caso di ospedalizzazione prolungata.
- L’OMT è stato eseguito sempre dopo l’ipotermia terapeutica.
- In media, la durata dell’OMT è stata fra gli 8 e i 20 minuti.
- OMT: valutazione strutturale osteopatica per rilevare soprattutto disfunzioni somatiche e pattern di tensioni non fisiologiche a livello craniosacrale
- Valutazione di testa e regioni cervicale, toracica, lombare, sacrale, pelvica e gabbia toracica.
- Tecniche usate a discrezione dell’operatore, fra cui: rilascio miofasciale, bilanciamento delle tensioni legamentose, bilanciamento delle tensioni membranose, medicina manipolativa craniale osteopatica.
- L’OMT è stato eseguito da tre operatori.
Risultati
- Outcome primario: i neonati del gruppo con OMT sono stati ricoverati per 9,1 giorni rispetto agli 11,6 giorni del gruppo di controllo storico.
Togliendo dall’analisi i neonati intubati, i neonati del gruppo di controllo sono stati ricoverati per 10,1 giorni, sempre di più rispetto ai neonati del gruppo OMT ma senza raggiungere la significatività statistica. - Outcome secondari: per quanto riguarda il tempo necessario per raggiungere l’alimentazione autonoma, entrambi i gruppi hanno mostrato una mediana di 2,5 giorni, con tutti i neonati che, alla dimissione, hanno abbandonato la nutrizione nasogastrica per passare al biberon, all’allattamento al seno o a entrambi, con differenze non significative.
In merito alla presenza di disfunzioni somatiche, all’ultimo trattamento sono risultati minori pattern di compressione occipitale e temporale e un aumento di tensioni fisiologiche alla sincondrosi sfenobasilare (maggior movimento respiratorio primario, completo e libero) e del movimento sacrale.
Il personale infermieristico e i genitori hanno notato un miglioramento nelle capacità di alimentazione autonoma nei neonati.
Discussione
L’OMT ha mostrato di poter potenzialmente ridurre il numero di giorni di ospedalizzazione di neonati a termine trattati con ipotermia terapeutica. Tuttavia, bisogna considerare questo risultato con attenzione in quanto, togliendo dall’analisi i neonati intubati per bisogni respiratori, l’effetto dell’OMT è risultato ridotto.
Ciò non toglie che, dati gli effetti positivi psicosociali sulla famiglia e il risparmio monetario di anche 1 solo giorno di ospedalizzazione in meno, valga la pena approfondire i risultati di questo studio su un campione più grande e tramite un setting randomizzato controllato.
Mentre i due gruppi non hanno mostrato cambiamenti oggettivi sulla durata dell’alimentazione nasogastrica, sia i genitori sia il personale infermieristico hanno riportato un miglioramento delle capacità del bambino di alimentarsi oralmente dopo l’OMT. Questa discrepanza potrebbe essere dovuta al modo in cui è stata valutata la durata dell’alimentazione nasogastrica, ossia in giorni interi, modalità che può aver impedito di notare cambiamenti fra un pasto e l’altro.
I risultati riguardanti i pattern di disfunzione somatica prima e dopo l’OMT sono stati in linea con studi presenti in letteratura effettuati sia su neonati sia su adulti. Data la vulnerabilità del cranio neonatale a forze compressive, le quali potrebbero alterare la conduzione nervosa e quindi il successivo sviluppo neurologico, la capacità dell’OMT di ripristinare dei pattern di tensione fisiologica diventa essenziale.
La recensione di Osteopedia
A cura di Marco Chiera
Punti di forza: calcolo della numerosità campionaria (quanti neonati includere nello studio); analisi di sensitività sull’outcome primario togliendo i neonati intubati; buona descrizione dell’importanza di porre attenzione ai pattern di disfunzione craniosacrale e delle loro ripercussioni.
Limiti: in fase di selezione del campione sarebbe servita un’analisi più approfondita dei possibili fattori confondenti per evitare di togliere dall’analisi il 40% del campione; refuso nel riportare la significatività statistica dell’outcome primario (non è chiaro se il p-value sia inferiore a 0,05 come riportato nell’abstract e nelle discussioni o maggiore a 0,05 come riportato nella sezione Risultati).
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