Marco Chiera
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02/04/2024 - Ultimo aggiornamento 02/04/2024
Carmelo Pirri, Antonio Stecco, Carla Stecco, Levent Özçakar | Anno 2024
Ultrasuoni e Manipolazione Fasciale®: “aggiungere una svolta” al retinacolo della caviglia
Ambito:
Dolore al piede
Tipo di studio:
Case Report
Data di pubblicazione della ricerca:
01-01-2024
Scopo dello studio
- Obiettivo: mostrare l’utilità della Manipolazione Fasciale® nel ridurre dolore e disabilità in un paziente con storia di frattura del malleolo laterale, obesità e osteoartrite alla caviglia destra.
- Outcome misurati: valutazione di dolore, disabilità e limitazione delle attività tramite il Foot Function Index (FFI), e valutazione dello stato del retinacolo della caviglia destra tramite ultrasuoni e risonanza magnetica.
Partecipanti
- Numero: 1
- Descrizione: uomo, 38 anni. Presenza di obesità (indice di massa corporea di 35 kg/m2) con frattura del malleolo laterale avvenuta 12 anni prima. Si è presentato per un dolore alla caviglia destra, accompagnato da limitazione nei movimenti. Era stato a riposo e aveva usato anti-infiammatori che, secondo lui, potevano aver in parte migliorato il dolore.
Era presente un forte gonfiore e un eritema alla caviglia destra, con la dorsiflessione che arrivava a soli 10°. In caso di camminata, dolore pungente dove il muscolo tibiale anteriore, il peroneo terzo e il retinacolo estensore superiore. La valutazione tramite FFI ha riportato un punteggio di 72% (molto alto), rivelando un forte impatto del dolore su disabilità e vita quotidiana.
La risonanza magnetica e gli ultrasuoni hanno mostrato un ispessimento della banda superomediale obliqua del retinacolo estensore inferiore.
Interventi e valutazioni
- Valutazione di dolore, disabilità e limitazione delle attività tramite FFI all’inizio dello studio, dopo il primo trattamento e dopo 1 mese dalla fine dei trattamenti.
- Valutazione dello stato del retinacolo della caviglia destra tramite ultrasuoni e risonanza magnetica all’inizio dello studio e dopo 1 mese dalla fine dei trattamenti.
- 3 sessioni settimanali di trattamento da 45-60 minuti.
- Manipolazione Fasciale®: dopo una valutazione delle aree di densificazione, di dolore e del loro sviluppo cronologico, applicazione di tecniche di frizione profonda per 3-5 minuti su ogni punto di interesse (10-14 a trattamento). Sono state evitate vene e nervi superficiali, così come zone caratterizzate da dolore eccessivo (potevano nascondere infiammazioni, lesioni o fratture).
- Trattamento eseguito da un fisiatra esperto in Manipolazione Fasciale®.
Risultati
Dopo il primo trattamento, l’FFI era già sceso ad un punteggio di 21%, rivelando anche un minor impatto del dolore sulla disabilità e la vita quotidiana. Al follow-up di 1 mese, il punteggio dell’FFI si è mantenuto basso, indicando assenza di sintomi e limitazione funzionale.
Gli ultrasuoni hanno indicato una diminuzione dell’ispessimento dello spessore della banda superomediale obliqua del retinacolo estensore, il quale è passato da 2,05 mm a 1,35 mm.
Discussione
Questo studio è unico nel suo genere in quanto, tramite ultrasuoni, si è potuto constatare l’effetto di un approccio di terapia manuale sulla banda superomediale obliqua del retinacolo estensore inferiore, struttura che ricopre un ruolo particolare nella vita quotidiana.
L’approccio attuato si basa sulla constatazione che la disfunzione muscoloscheletrica può derivare da una non corretta funzionalità delle fasce corporee, la quale per diverse cause eziologiche possono non scivolare, allungarsi ed adattarsi come dovrebbero. Queste alterazioni possono indurre tensioni non fisiologiche a livello fasciale con conseguenti fibrosi adattative.
A tal proposito, l’alterazione dello spessore dei retinacoli della caviglia può modificare le linee di forza della fascia profonda nell’arto inferiore, modificando così lo stato di contrazione dei muscoli. Gli ultrasuoni come metodo diagnostico non invasivo e di facile uso possono mostrare queste alterazioni fasciali aiutando il processo di ragionamento clinico e di trattamento.
Nel paziente studiato, il ripristino di una corretta tensione miofasciale ha permesso la riduzione del dolore e della disabilità, a conferma che la situazione non era dovuta ad alterazioni ossee o legamentose, bensì a cambiamenti nelle strutture miofasciali. Il risultato ottenuto con i trattamenti è stato mantenuto anche nel follow-up, aspetto particolarmente interessante in quanto il paziente era in lista d’attesa per un intervento chirurgico alla caviglia.
Bisogna tuttavia evidenziare che sia il dolore post-frattura sia l’osteoartrite alla caviglia sono condizioni dove i sintomi possono ripresentarsi e/o persistere per lunghi periodi.
Servono quindi ulteriori studi che coinvolgano un maggior numero di pazienti e che si protraggano per maggior tempo al fine di confermare questi risultati e di approfondire la patofisiologia legata gli ispessimenti dei retinacoli.
La recensione di Osteopedia
A cura di Marco Chiera
Punti di forza: uso di un questionario validato; aver sottolineato l’importanza di una metodica non invasiva e di semplice utilizzo come gli ultrasuoni; buona rappresentazione delle zone trattate e delle misurazioni fatte (questionario e ultrasuoni) tramite immagini.
Limiti: come tutti i case report, è difficilmente generalizzabile. Nella discussione sarebbe stato interessante mostrare una visione più ampia, e non prettamente meccanica, delle alterazioni fasciali, valutando ad esempio l’impatto dell’obesità sulle alterazioni fasciali in quanto è ormai risaputo come alterazioni glicemiche possano alterare lo stato fasciale.
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