Marco Chiera
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30/04/2024 - Ultimo aggiornamento 30/04/2024

Eric Chun-Pu Chu, Jamir P. Rissardo | Anno 2024

Gestione conservativa della nevralgia del trigemino e della mielopatia cervicale degenerativa: un case report

Patologia:

Nevralgie facciali

Tipo di studio:

Case Report

Data di pubblicazione della ricerca:

29-02-2024

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Scopo dello studio

  • Obiettivo: mostrare la possibile connessione fra nevralgia del trigemino e patologie cervicali e la loro gestione tramite manipolazione spinale.
  • Outcome misurati: valutazione dei sintomi.

Partecipanti

  • Numero: 1
  • Descrizione: donna, 39 anni. Casalinga, da nove mesi dolore persistente al lato sinistro della faccia (soprattutto durante deglutizione e flessione laterale del collo), debolezza nel braccio sinistro e dolore sternale costante e pressante non legato a sforzi. In certi casi il dolore toracico sembrava aumentare ma senza cause specifiche. Il dolore facciale partiva dal lato sinistro, in particolare dall’orecchio, e poteva irradiarsi verso l’orecchio destro.
    In questi nove mesi, la pazienza aveva sofferto anche di dolore cervicale bilaterale, presente soprattutto al risveglio: questo dolore aveva ridotto la sua qualità della vita e aveva favorito l’insorgenza di sintomi depressivi (persistente umore negativo, anedonia e senso continuo di disperazione). Ciononostante, la paziente aveva riferito di dormire bene.
    La storia medica aveva rivelato un simile episodio di dolore facciale verificatosi due anni prima sul lato destro, associato a sanguinamento gengivale e presente nell’area del nervo trigemino. La valutazione dentale definì il dente del giudizio superiore destro come causa del dolore, dente che quindi venne estratto con seguente prescrizione di ibuprofene e antibiotici.
    All’inizio della comparsa del dolore al lato sinistro, era comparso del formicolio intermittente nel braccio sinistro, senza però parestesie, dolore cervicale o alterazione nel range of motion (ROM). Tuttavia, aveva segnalato confusione (dizziness) senza vertigini e diplopia. L’evoluzione dei sintomi nel dolore facciale persistente era passata per uno stato di cefalea posteriore aggravato dal parlare al alta voce. Vennero usati anti-infiammatori e antibiotici per un gonfiore gengivale al dente del giudizio inferiore sinistro, ma senza effetto sul dolore facciale.
    Dopo il dolore facciale, sopraggiunse la debolezza al braccio sinistro con cefalea, entrambi aggravati da periodi prolungati di lavoro sedentario. Si erano verificati anche episodi di torcicollo alleviati in parte tramite massaggi.
    Il dolore veniva descritto come un “filo tirato” che andava posteriormente dal collo alla testa, di intensità 3 su 10, suggerendo tensione muscolare o irritazione nervosa.
    Sei mesi prima di presentarsi alla clinica, la paziente aveva subito un’altra estrazione dentale, ma senza effetti sui suoi sintomi. Inoltre, tutta una serie di esami eseguiti tre mesi prima (TAC e radiografia al torace, ECG, esami del sangue) non rivelarono nulla di utile a livello diagnostico.
    La paziente aveva avuto un’infezione da Covid-19 3 mesi prima dell’insorgenza dei suoi sintomi,  con disagio gastrointestinale trattato tramite medicina tradizionale cinese. Erano presenti segni degenerativi a livello cervicale. Inoltre, la paziente aveva vissuto fenomeni di irritazione oculare, arrossamento e secchezza a causa dell’uso di lenti a contatto. La storia familiare aveva poi rivelato la presenza di sclerosi multipla nella sorella.
    L’esame chiropratico non ha rivelato debolezza negli arti o asimmetrie facciali. Il dolore torace non è risultato associato a palpitazioni o disturbi viscerali. Le sue pupille sono risultate reattive alla luce, con un punteggio di 3+ bilateralmente, e i movimenti extraoculari erano normali, senza nistagmo o diplopia. Non sono emersi segni cerebellari e il rachide cervicale ha mostrato un ROM completo, con una restrizione di 10 gradi in estensione. È emersa tensione nel trapezio superiore sinistro e nel muscolo levatore della scapola.
    Di conseguenza, è stata ipotizzata una nevralgia del trigemino, per cui è stata eseguita una risonanza magnetica che ha mostrato una stenosi del canale spinale C5/6 con lieve deformazione del midollo spinale, soprattutto sul lato sinistro. La diagnosi è quindi stata di mielopatia cervicale degenerativa associata a sintomi neurologici del trigemino.

Interventi e valutazioni

  • Valutazione dei sintomi.
  • 3 sessioni settimanali per due mesi da 20 minuti.
  • Terapia chiropratica multimodale: manipolazione spinale delle regioni C3-C7 e T1-T4, trazione cervicale meccanica intermittente per alleviare la compressione intradiscale, allungare i tessuti molli ed alleviare possibili irritazioni del trigemino spinale, e onde d’urto verso i muscoli trapezio e levatore della scapola.

Risultati

Dopo 6 trattamenti (2 settimane), la paziente ha mostrato un’importante riduzione dei suoi sintomi, arrivati a completa risoluzione dopo 2 mesi.

Discussione

La possibile correlazione fra nevralgia del trigemino e mielopatia cervicale degenerativa, o comunque patologie cervicali, rappresenta un aspetto da tenere conto per meglio trattare chi soffre di questo tipo di dolore. Inoltre, può spingere a rivisitare l’utilità e l’efficacia delle manipolazioni cervicali, andando al di là degli effetti a livello muscoloscheletrico.

Sicuramente, la diagnosi differenziale della nevralgia del trigemino, data la non specificità del dolore orofacciale, è un processo particolarmente delicato che richiede una valutazione completa comprensiva di anamnesi dettagliata, esami neurologici e ortopedici e diagnostica per immagini.

Nonostante non si abbiano prove importanti sulla modulazione nocicettiva della manipolazione spinale in caso di nevralgia del trigemino, la stimolazione del midollo spinale cervicale è emersa come sicura ed efficace in questo contesto. La manipolazione spinale, inoltre, può favorire la riduzione della compressione del midollo spinale e delle radice nervose. Tuttavia, bisogna valutare attentamente il rapporto fra  rischi e benefici quando si usa la manipolazione spinale, soprattutto in pazienti con spondilopatia cervicale avanzata, al fine di evitare complicazioni iatrogene.

Da questo studio emerge la necessità di una collaborazione interdisciplinare con neurologici, esperti del dolore e chirurghi della colonna vertebrale al fine di attuare un trattamento integrato per i pazienti con nevralgia del trigemino e mielopatia cervicale degenerativa.

La recensione di Osteopedia

A cura di Marco Chiera

Punti di forza: buona descrizione del caso a livello di presentazione e anamnesi.

Limiti: come tutti i case report, è difficilmente generalizzabile. Sarebbe stata utile una descrizione dell’evoluzione dei sintomi durante i due mesi di trattamento, oltre all’uso di test ed indicatori che dessero un’idea oggettiva del miglioramento a fronte dei trattamenti. Mancanza di follow-up, soprattutto a fronte di numerosi trattamenti eseguiti in poco tempo (24 in 2 mesi).

Riflessioni: vi è forse un’attenzione eccessiva agli aspetti anatomici (es. compressione discale), tralasciando tutto il resto della complessità dell’organismo.
Nonostante questo atteggiamento possa avere avuto senso a fronte degli esami di accertamento negativi, tuttavia l’anamnesi presentata fa ipotizzare la presenza nella paziente ulteriori aspetti da indagare (es. qual era stata la causa dei problemi dentali? A fronte degli antibiotici poteva essersi instaurata una disbiosi?), che non è detto che i vari esami abbiano effettivamente controllato.
A tal proposito, ad esempio, diversi studi ormai riportano come una disbiosi possa favorire la degenerazione discale con “infezioni silenti” da parte di microbi. In tal caso, una manipolazione viscerale avrebbe potuto essere altrettanto d’aiuto.

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