Marco Chiera
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26/06/2024 - Ultimo aggiornamento 26/06/2024

Caroline Maillot, Damien Riquet, Laurent Stubbe, Jean-Luc Bodnar, Nicolas Houel | Anno 2024

Trattamento manipolativo osteopatico post-operatorio della sindrome di Morel-Lavallee valutato tramite imaging termico infrarosso: un case report

Ambito:

Lesione di Morel-Lavallee

Tipo di studio:

Case Report

Data di pubblicazione della ricerca:

01-07-2024

Image

Scopo dello studio

  • Obiettivo: riportare un caso dove l’OMT è stato usato per una gestione post-chirurgica di una lesione di Morel-Lavallee.
  • Outcome misurati: valutazione degli effetti tramite termografia ad infrarossi e palpazione.

Partecipanti

  • Numero: 1
  • Descrizione: uomo, 28 anni. Lesione di Morel-Lavallee a seguito di un incidente in moto: dopo un intervento chirurgico, drenaggio del fluido, utilizzo di calze a compressione venosa e 20 sessioni di fisioterapia il gonfiore e il dolore erano diminuiti, ma c’erano limitazioni nella mobilità e nelle attività sportive (il paziente tirava con l’arco, sollevava pesi e partecipava ad intensi allenamenti fisici in quando sergente di riserva nell’esercito).
    Un anno e mezzo dopo l’operazione, il paziente non stava più seguendo alcun trattamento ed è stato valutato da un osteopata. La cicatrice presentava un aspetto rosato ad indicare una guarigione ritardata.
    Nelle 2 ore precedenti lo studio il paziente non ha consumato bevande alcoliche, tè, caffè o tabacco, e nelle 4 ore precedenti non ha ricevuto alcun trattamento medico o medicazione locale, né terapie fisiche (crioterapia, massaggi, terapia manuale, elettroterapia, idroterapia, docce, bagni, attività fisica, etc.) e non ha riportato alcuna alterazione termica (febbre, sforzo fisico recente, colpo di sole, esposizione ai raggi UV, etc.).

Interventi e valutazioni

  • Valutazione della cicatrice tramite termografia ad infrarossi prima e dopo ogni trattamento.
  • Valutazione della cicatrice tramite palpazione della meccanica cutanea peri-cicatriziale prima e dopo ogni trattamento.
    • La valutazione tramite palpazione è stata effettuata anche in altre zone.
  • 4 sessioni di 45-60 minuti distanziate rispettivamente di 3, 3 e 2 settimane.
  • OMT:
    • valutazione di cicatrice, ginocchio, caviglia, articolazione coxo-femorale, anca, osso sacro, perineo e diaframma nelle loro componenti muscolo-scheletriche, vascolari e neurologiche;
    • attenzione soprattutto sull’arto inferiore sinistro, sul bacino e sulla zona pelvica (prime due sessioni), sull’area cervicale (terza sessione) e sull’asse craniosacrale (quarta sessione);
    • tecniche per ripristinare la mobilità articolare e dei tessuti molli: tecniche miofasciali, ad alta velocità e bassa ampiezza o articolari.

Risultati

Alla fine dello studio, dopo quattro sessioni di OMT, il paziente ha modificato in positivo la sua percezione della cicatrice e ha riportato meno limitazioni nella mobilità nel ginocchio sinistro e nessun disagio durante la pratica sportiva.
Dopo il trattamento, la cicatrice è risultata più calda del tessuto peri-cicatriziale durante la seconda e terza sessione, mentre è risultata più fredda durante la quarta sessione. Man mano che i trattamenti sono proseguiti, l’incremento di temperatura post-trattamento si è ridotto.
Tutte le aree valutate tramite palpazione (cicatrice, ginocchio, caviglia, articolazione coxo-femorale, anca e osso sacro) hanno mostrato una diminuzione delle anormalità a livello meccanico.

Discussione

Questo studio ha mostrato un riscaldamento più omogeneo della cicatrice e della zona peri-cicatriziale man mano che si procedeva con i trattamenti, e questo risultato è stato associato al miglioramento nella dimensione meccanica tissutale rilevato tramite palpazione.

I risultati sulla temperatura tissutale post-OMT sono in linea con altri studi della letteratura che mostrano una temperatura cutanea locale e corporea più omogenea dopo l’OMT. Allo stesso modo, la rilevazione di minori anormalità meccaniche tissutali trova conferma in studi passati sulle terapie manuali, i quali hanno evidenziato maggiore mobilità attiva e passiva delle articolazioni femoro-tibiale e patello-femorale valutate mediante goniometria e immagini sonoelastografiche.

Dall’altra parte, le singole variazioni di temperatura fra prima e dopo ogni sessione di OMT necessitano di studi più approfonditi per essere compresi, in quanto solitamente le cicatrici tendono ad essere più fredde rispetto all’area peri-cicatriziale, mentre in due sessioni di questo studio sono risultati più calde.

Probabilmente, invece, la diminuzione della temperatura del tessuto cicatriziale fra la terza e la quarta sessione può essere dovuta all’aver lavorato sull’area cervicale e craniosacrale, quindi in zone lontane rispetto alla lesione al ginocchio. Infatti, trattare un’area può favorire un aumento di temperatura tramite un aumento della circolazione, similmente (anche se con forza inferiore) all’esecuzione di un’attività fisica.

L’OMT post-operatorio ha infine consentito alla cicatrice e alle strutture circostanti di acquisire una maggiore mobilità. Pertanto, l’OMT sembra un intervento che può essere applicato in modo sicuro assieme ad altri approccio conservativi o chirurgici.

Sono comunque necessari ulteriori studi per comprendere meglio gli effetti dell’OMT su una lesione di Morel-Lavallee.

La recensione di Osteopedia

A cura di Marco Chiera

Punti di forza: analisi degli effetti dell’OMT su un tessuto cicatriziale; uso della termografia in associazione alla palpazione per valutare modifiche tissutali.

Limiti: come tutti i case report, è difficilmente generalizzabile. La descrizione del caso poteva essere un poco più lineare; uso di un punteggio di palpazione arbitrario (ossia non validato); mancanza di un follow-up.

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