Marco Chiera
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23/07/2024 - Ultimo aggiornamento 23/07/2024

Mikhail Volokitin, Amanda Bergman | Anno 2024

Esacerbazione dei sintomi della Sindrome del Legamento Arcuato Mediano (MALS) post-chirurgia trattata con Trattamento Manipolativo Osteopatico (OMT): un case report

Ambito:

Dolore addominale

Tipo di studio:

Case Report

Data di pubblicazione della ricerca:

01-06-2024

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Scopo dello studio

  • Obiettivo: riportare gli effetti dell’OMT in una paziente con sindrome del legamento arcuato mediano, i cui sintomi sono rimasti nonostante l’operazione chirurgica.
  • Outcome misurati: valutazione dei sintomi.

Partecipanti

  • Numero: 1
  • Descrizione: donna, 23 anni. Storia di ipotiroidismo con assunzione di levotiroxina e liotironina e condizione di stipsi gestita con linaclotide.
    Da 10 anni, dolore epigastrico forte percepito come una pressione intensa presente a riposo che peggiorava dopo mangiato e si manifestava spesso con nausea. Diversi esami diagnostici (es. endoscopie e imaging) sono risultati negativi, e anche diversi cambiamenti di alimentazione non hanno comportato miglioramenti.
    Tramite ecografia Doppler vascolare, 5 anni fa la paziente ha ricevuto la diagnosi di sindrome del legamento arcuato mediano a fronte di una stenosi > 70% nell’arteria celiaca (questa è risultata compressa) e nel tronco celiaco prossimale. Dopo aver subito un blocco del plesso celiaco, ha iniziato ad assumere gabapentin e duloxetina per il dolore, per poi arrivare ad un intervento chirurgico di decompressione laparoscopica con la rimozione dei nervi infiammati.
    Nonostante il miglioramento del dolore dopo 3 mesi dall’operazione, di tanto in tanto emergevano nuovi episodi di dolore epigastrico superiore. Inoltre, dopo la perdita recente di un membro della famiglia, la paziente ha vissuto un grave peggioramento dei sintomi durato una settimana.
    L’esame strutturale osteopatico ha rilevato a livello di T5-T9, a sinistra: disfunzione viscerosomatica, ipertonicità e pienezza dell’erettore della spina dorsale e pienezza, dolorabilità e ipertonicità dei muscoli suboccipitali. Inoltre, sono stati rilevati una restrizione fasciale del ganglio celiaco con forte dolorabilità epigastrica alla palpazione e un punto di Chapman nel sesto spazio intercostale sinistro.

Interventi e valutazioni

  • Valutazione dei sintomi
  • 1 sessione.
  • OMT:
    • tecniche: sollevamento delle costole a livello T5-T9, rilascio miofasciale della muscolatura suboccipitale e toracica media, trattamento del punto di Chapman, rilascio del ganglio collaterale con assistenza respiratoria per la restrizione fasciale del plesso celiaco tramite.
  • Alla paziente è stato consigliato di mantenere una buona idratazione.

Risultati

Subito dopo l’OMT, i tessuti manipolati sono risultati rilasciati e più morbidi ed è stato detto alla paziente di assumere antiinfiammatori non steroidei in caso di peggioramento del dolore post-trattamento.
Due giorni dopo il trattamento, il dolore è diminuito ed è sparito di lì a poco.
Un follow-up seguente ha mostrato una normalizzazione delle disfunzioni e un sollievo dal dolore di diversi mesi.

Discussione

Questo studio ha riportato l’utilità dell’OMT nel gestire una paziente il cui dolore da sindrome del legamento arcuato mediano è perdurato nonostante l’intervento chirurgico.

Probabilmente, questa situazione è stata dovuta alle conseguenze delle ischemie provocate dalla compressione dell’arteria celiaca e dalla sensitizzazione nervosa creatasi in quell’area. Inoltre, lo stress vissuto dalla paziente può aver favorito uno squilibrio autonomico con conseguente dolore (lo stress incrementa l’espressione dei geni codificanti per i neurotrasmettitori che mediano la nocicezione). A tal proposito, il plesso celiaco contribuisce a buona parte dell’innervazione ortosimpatica degli organi gastrointestinali, mentre l’innervazione parasimpatica deriva dal nervo vago.

La compressione del tronco celiaco nella sindrome del legamento arcuato mediano comporta una diminuzione del flusso sanguigno verso organi come stomaco, milza e fegato, affaticando così la digestione (infatti i sintomi si manifestano soprattutto a seguito dei pasti). Di conseguenza, l’organismo tende ad aumentare il tono ortosimpatico per aumentare il flusso sanguigno, evento che però riduce l’attività mioelettrica e nervosa dello stomaco (maggiormente favorita dal nervo vago).

A conferma di questa situazione di alterazione autonomica, l’esame osteopatico ha rilevato ipertonicità e dolore sopra la linea alba inferiore al processo xifoideo, oltre alla presenza di un punto di Chapman nel sesto spazio intercostale sinistro anteriormente e dove il processo trasverso di T6 posteriormente. Anche le disfunzioni emerse a livello di T5-T9 possono essere state dovute ad un riflesso viscerosomatico indotto da infiammazione e irritazione viscerale.

Le tecniche osteopatiche hanno quindi mirato a ripristinare l’equilibrio autonomico gastrointestinale.

La recensione di Osteopedia

A cura di Marco Chiera

Punti di forza: presenza di un follow-up (anche se non è ben chiaro quanto tempo sia passato); risoluzione di sintomi perdurati nonostante un intervento chirurgico.

Limiti: come tutti i case report, è difficilmente generalizzabile. Sarebbe stato utile l’uso di strumenti di valutazione validati del dolore; manca l’analisi dei limiti dello studio, così come la definizione di prospettive di ricerca future.

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