Marco Chiera
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27/08/2024 - Ultimo aggiornamento 30/09/2024

Rob Sillevis, Joshua Unum, Valerie Weiss, Eric Shamus, Francisco Selva-Sarzo | Anno 2024

L’effetto del pop udibile da manipolazione thrust spinale sull’attività delle onde cerebrali: un design a misure ripetute quasi-sperimentale

Ambito:

Attività cerebrale

Tipo di studio:

Trial quasi-sperimentale

Data di pubblicazione della ricerca:

28-06-2024

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Scopo dello studio

  • Obiettivo: valutare i cambiamenti dell’attività cerebrale in presenza o assenza di un pop udibile a seguito di un thrust posteroanteriore alla 7^ vertebra toracica.
  • Outcome misurati:
    • Outcome primari: valutazione dell’attività cerebrale tramite elettroencefalogramma (EEG).

Partecipanti

  • Numero: 57 persone (30 donne e 27 uomini).
  • Criteri di inclusione: età 18-65 anni; comprendere il consenso informato.
  • Criteri di esclusione: lesioni della colonna vertebrale toracica; dolore spinale non specifico negli ultimi 6 mesi; non conoscenza della manipolazione spinale; osteopenia, osteoporosi; tumore; condizioni in grado di compromettere lo scheletro (es. osteogenesi imperfetta, chemioterapia, uso di corticosteroidi ad alte dosi); storia di commozione cerebrale, lesioni traumatiche cerebrali o danni cerebrali.
  • Gruppi di studio: 2 gruppi ottenuti valutando la presenza o l’assenza di un pop udibile dopo l’esecuzione della tecnica manipolativa.
    • Gruppo 1: presenza di un pop udibile, 37 persone (21 donne e 16 uomini).
    • Gruppo 2: assenza di un pop udibile, 20 persone (9 donne e 11 uomini).

Interventi e valutazioni

  • Valutazione dell’attività cerebrale tramite EEG prima della tecnica e dopo la tecnica.
    • L’operatore ha tenuto le mani sui partecipanti per 15 secondi prima di eseguire la tecnica e per altri 15 secondi dopo averla eseguita, così da evitare cambiamenti sensoriali tattili.
    • La misurazione è stata eseguita per 10 secondi prima e dopo la tecnica (in entrambi i casi, dopo i 15 secondi di “normalizzazione” sensoriale).
  • 1 sessione.
  • Thrust posteroanteriore sulla 7^ vertebra toracica:
    • partecipanti proni sul lettino.
  • Tutte le manipolazioni sono state eseguite da un operatore con più di 5 anni di esperienza clinica nel campo delle terapie manuali.

Risultati

  • Outcome primari:
    • il gruppo dove non è stato udito un pop dopo la manipolazione ha mostrato dei cambiamenti statisticamente significativi nell’attività cerebrale delle aree frontali, parietali e occipitali;
    • il gruppo dove è stato udito un pop dopo la manipolazione ha mostrato dei cambiamenti statisticamente significativi nell’attività cerebrale rilevata da tutti gli elettrodi nelle aree frontali, parietali e occipitali, ma non nei lobi temporali;
    • fra i due gruppi, sono emerse differenze statisticamente significative nell’attività cerebrale rilevata da tre elettrodi posti nelle zone parietali e occipitali.

Discussione

Questo è il primo studio che valuta i cambiamenti nell’attività cerebrale a seconda della presenza di un pop udibile a seguito di un thrust.

Nel gruppo di persone dove non è stato presente un pop udibile dopo la manipolazione, sono aumentate le onde theta in entrambi i lobi frontali e occipitali e nel lobo parietale sinistro, e le onde alpha e theta nel lobo parietale destro. Al contrario, è diminuita l’attività cerebrale nel lobo frontale destro anteromediale e nel lobo temporale sinistro. Questi risultati indicano un effetto rilassante immediato della manipolazione ad alta velocità bassa ampiezza.

Nel gruppo di persone dove è emerso un pop udibile, si è manifestato un aumento delle onde theta in entrambi i lobi frontali, parietali e occipitali, con una riduzione dell’attività cerebrale nel lobo frontale destro e nel lobo temporale sinistro. Anche questi risultati indicano un effetto rilassante.

L’aspetto peculiare è che, benché i risultati siano stati simili fra i due gruppi, nelle persone dove è stato udito un pop dopo il thrust sono avvenuti cambiamenti molto più grandi, come ad indicare che l’aver sentito il pop abbia favorito il rilassamento post-manipolazione.

Studi presenti in letteratura mostrano risultati contrastanti sugli effetti che le tecniche ad alta velocità bassa ampiezza hanno sull’attività cerebrale: in alcuni studi è stato riscontrato un aumento, mentre in altri una riduzione.

In maniera interessante, i lobi temporali dove sono localizzate le cortecce uditive primarie (e quindi dove viene analizzato in prima istanza l’eventuale pop udito) non hanno mostrato particolari cambiamenti nella loro attività. Dall’altra parte, è stato riscontrato nel gruppo dove si è udito il pop un aumento delle onde theta nei lobi parietali, i quali sono coinvolti nei meccanismi inibitori del sistema nervoso centrale che producono ipoalgesia immediata dopo un thrust. Essendo questi risultati in accordo con precedenti studi, rimane l’ipotesi che l’udire un pop (o anche la sua attesa) dopo una manipolazione possa effettivamente svolgere un ruolo nell’efficacia della manovra stessa.

È anche interessante l’aumento di onde beta, in particolare nel gruppo dove è stato udito il pop, nei lobi parietali ed occipitali. Essendo le onde beta legate ad un’intensa attività cerebrale, questo risultato può indicare un particolare effetto indotto dall’unione del thrust e del suono che ne è seguito.

Naturalmente, alcuni cambiamenti nelle onde cerebrali possono derivare “semplicemente” dalla percezione psicosociale del tocco ricevuto. Inoltre, l’effetto placebo potrebbe giocare un ruolo particolare in questo ambito.

Un limite di questo studio è stato aver usato un EEG con soli 14 elettrodi, il che ha reso più difficile stabilire specifici cambiamenti nelle onde cerebrali. Inoltre, le persone analizzate sono state poche e, quindi, è difficile generalizzare i dati ottenuti ad una popolazione più ampia.

Studi futuri dovrebbero valutare gli effetti dei thrust in popolazioni asintomatiche e sintomatiche, così come porre maggiore attenzione alla presenza di un pop dopo una manipolazione per valutarne eventuali effetti fisiologici e clinici.

La recensione di Osteopedia

A cura di Marco Chiera

Punti di forza: buona introduzione sui possibili meccanismi ed effetti dei pop udibili in caso di manipolazione spinale; buona descrizione del protocollo di studio e della tecnica usata.

Limiti: i risultati non sono di facile comprensione, e anzi sembrano emergere alcune incoerenze fra testo ed immagini. Gli autori escludono la presenza di un effetto placebo a fronte della mancanza di cambiamenti significativi nei lobi frontali, che però dal testo e dalle immagini sembrano esserci stati. La discussione non si addentra nella letteratura neuroscientifica sui correlati delle onde cerebrali e le effettive funzioni dei circuiti cerebrali (rimanendo ad una visione un po’ datata basata sui lobi cerebrali).
A livello statistico, avendo eseguito una famiglia di molti test, sarebbe stato utile usare un meccanismo di correzione che abbassasse il valore soglia della significatività statistica per evitare falsi positivi.

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