Marco Chiera
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01/10/2024 - Ultimo aggiornamento 01/10/2024

Andreas Brandl, Michael Keiner, Jan Wilke, Christoph Egner, Robert Schleip, Tobias Schmidt | Anno 2024

Effetti del trattamento manuale sulla microcircolazione lombare e sulla rigidità tissutale dopo esercizi di estensione del tronco eccentrici submassimali: studio randomizzato controllato

Ambito:

Esercizio fisico

Tipo di studio:

Trial randomizzato controllato

Data di pubblicazione della ricerca:

01-09-2024

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Scopo dello studio

  • Obiettivo: valutare l’effetto dell’esercizio eccentrico submassimale sulla rigidità e sulla microcircolazione del tessuto connettivo extramuscolare e sul muscolo erettore spinale e valutare l’effetto del rilascio miofasciale su questi meccanismi.
  • Outcome misurati:
    • Outcome primari: valutazione della microcircolazione miofasciale tramite spettroscopia a luce bianca, della rigidità tissutale tramite elastografia ad ultrasuoni, del dolore alla palpazione del muscolo erettore spinale e della soglia dolorifica alla pressione tramite algometria.

Partecipanti

  • Numero: 21 persone (7 donne e 14 uomini).
  • Criteri di inclusione: età 18-50 anni; stato di buona salute; spessore massimo fra pelle e tessuto adiposo sottocutaneo di 7 mm nell’area valutata tramite ecografia; punteggio dell’International Physical Activity Questionnaire (IPAQ) indicante più di 4 ore di esercizio intenso a settimana.
  • Criteri di esclusione: controindicazioni agli esercizi di estensione del tronco (es. fratture, tumori, infezioni, gravi malattie cardiovascolari, neurologiche e metaboliche); gravidanza; malattie reumatiche; farmaci che influenzano la circolazione, il dolore o lo stato mentale; uso di miorilassanti; alterazioni cutanee (es. neurodermatite, psoriasi, orticaria, ulcere da decubito, ematomi); alterazioni strutturali lombari (es. lesioni da sforzi eccessivi, cicatrici, interventi chirurgici); storia di malattie mentali; interventi chirurgici negli ultimi tre mesi; stato di infiammazione acuta.
  • Gruppi di studio: 2 gruppi ottenuti tramite randomizzazione
    • Gruppo 1: esercizio + rilascio miofasciale, 11 persone (4 donne e 7 uomini, età media 33,91 anni).
    • Gruppo 2: esercizio + placebo, 10 persone (3 donne e 7 uomini, età media 28,43 anni).

Interventi e valutazioni

  • Protocollo dello studio: riposo di 10 minuti in posizione prona, 5 minuti di corsa leggera, esercizi eccentrici, intervento terapeutico.
  • Valutazione della microcircolazione miofasciale tramite spettroscopia a luce bianca, della rigidità tissutale tramite elastografia ad ultrasuoni, del dolore alla palpazione del muscolo erettore spinale e della soglia dolorifica alla pressione tramite algometria prima degli esercizi, un giorno dopo e due giorni dopo l’esercizio.
  • Valutazione delle aspettative dei partecipanti tramite Credibility and Expectancy Questionnaire.
  • 1 sessione di 8-10 minuti.
  • Esercizio eccentrico: uso di una panca per estensioni dorsali arrivando ad eseguire esercizi con uno sforzo percepito di 7-8 sulla scala CR-10 di Borg.
  • Rilascio miofasciale: pressione manuale sostenuta sul rafe laterale, allungamento laterale della fascia toracolombare; scivolamento longitudinale lungo i muscoli paravertebrali, estensione longitudinale della fascia toracolombare, allungamento longitudinale della fascia toracolombare.
  • Controllo placebo: intervento tramite luce verde per mimare una terapia laser sui muscoli estensori della regione lombare.
  • Intervento eseguito da un terapista con oltre 15 anni di esperienza professionale in terapia manuale e un master in osteopatia.

Risultati

  • Outcome primari:
    • rigidità muscolare e connettivale: a fronte di un aumento della rigidità del muscolo erettore spinale a seguito dell’esercizio fisico sia dopo 24 ore sia dopo 48 ore dall’esercizio, il rilascio miofasciale ha indotto una diminuzione di questa rigidità rispetto al gruppo placebo dopo 24 ore dall’esercizio fisico;
    • microcircolazione: non sono emerse differenze nel flusso sanguigno, mentre si è notato un aumento della saturazione dell’ossigeno e una diminuzione della concentrazione relativa di emoglobina sia dopo 24 ore dall’esercizio fisico sia dopo 48 ore. Il rilascio miofasciale ha indotto dopo 24 ore un’ulteriore riduzione della concentrazione relativa di emoglobina rispetto al gruppo placebo;
    • dolore alla palpazione: non sono emerse differenze dopo l’esercizio fisico e fra i gruppi;
    • soglia dolorifica: il rilascio miofasciale, 48 ore dopo l’esercizio fisico, ha indotto una soglia dolorifica più alta rispetto al gruppo placebo.
  • Ulteriori analisi: l’analisi di regressione ha mostrato che la rigidità del muscolo erettore spinale aumenta con la rigidità del tessuto connettivo extramuscolare, ma diminuisce in chi riceve trattamenti di rilascio miofasciale.
    I partecipanti di entrambi i gruppi hanno riportato di avere le medesime aspettative dallo studio, mostrando quindi l’assenza di bias relativi al trattamento (tutti hanno creduto di aver ricevuto un trattamento).

Discussione

In questo studio, la rigidità del muscolo erettore spinale è aumentata dopo l’esercizio eccentrico in entrambi i gruppi sia dopo 24 ore sia dopo 48 ore, mentre la rigidità del tessuto connettivo extramuscolare è rimasta invariata. Questi risultati sono contrastanti con quelli di studi precedenti sull’indolenzimento muscolare post-esercizio (DOMS), i quali hanno rilevato l’esatto opposto, ipotizzando un ruolo centrale da parte di micro-lesioni fasciali o edemi tissutali. Probabilmente, esistono meccanismi diversi che regolano gli effetti dell’esercizio eccentrico submassimale e dell’esercizio massimale in relazione allo sviluppo del DOMS.

Per quanto riguarda il rilascio miofasciale, questo intervento ha ridotto la rigidità del muscolo erettore spinale 24 ore dopo l’esercizio, probabilmente agendo sui meccanismi di controllo neuromuscolare (es. fusi muscolari) oppure su aspetti fluidici, quali la concentrazione di acido ialuronico, in grado di lubrificare la fascia toracolombare. Dall’altro lato, la rigidità del tessuto connettivo extramuscolare non sembra essere stata influenzata dal rilascio miofasciale. Tuttavia, bisogna evidenziare come sono emerse grandi differenze individuali, le quali hanno probabilmente influenzato la mancanza di risultati statisticamente significativi su altri parametri da parte del rilascio miofasciale.

I risultati su saturazione di ossigeno e concentrazione relativa di emoglobina a seguito dell’esercizio fisico trovano conferme in studi precedenti, dove è stato ipotizzato un minor consumo di ossigeno post-esercizio. Il rilascio miofasciale ha indotto un’ulteriore riduzione dell’emoglobina, ma essendo questa stata misurata nel tessuto connettivo extramuscolare, non sono chiarissime le sue implicazioni. A fronte di uno studio precedente, forse, questo risultato può indicare un flusso sanguigno venoso-capillare più veloce.

Dato che il carico degli esercizi svolti dai partecipanti è stato submassimale, era ipotizzabile che non ci fossero variazioni nel dolore alla palpazione. Dall’altra parte, l’aumento della soglia dolorifica in seguito al rilascio miofasciale trova conferma in studi passati, benché sembra che molto dipenda dal contesto, dalla tecnica usata, dal tessuto trattato e dal timing dell’intervento.

I limiti di questo studio riguardano la necessità di usare dei dispositivi per valutare l’effettivo livello di attività fisica abituale dei partecipanti, piuttosto che il questionario IPAQ (che può soffrire di bias), così come il fatto che lo spettroscopio a luce bianca misura la profondità del tessuto fino a 8 mm, il che impedisce di definire esattamente se la microcircolazione derivi esclusivamente dal tessuto connettivo extramuscolare o anche dal muscolo.

Servono quindi studi che approfondiscano le contraddizioni emerse fra questo studio e altri in precedenza, così come studi che valutino alcuni aspetti in maniera più precisa.

La recensione di Osteopedia

A cura di Marco Chiera

Punti di forza: numerosità campionaria (quante persone reclutare) calcolata sulla base di studi precedenti; accurata descrizione degli strumenti di valutazione e degli interventi; buona rappresentazione dei risultati tramite grafici e tabelle; aver valutato tramite questionario le aspettative dei partecipanti, così da valutare se il gruppo placebo ha creduto di ricevere un trattamento o no; buona discussione e analisi della letteratura.

Limiti: a fronte dei risultati, il campione studiato è risultato troppo piccolo. Infatti, la numerosità campionaria è stata valutata sugli effetti dell’esercizio eccentrico, non sul rilascio miofasciale: pertanto, era ipotizzabile che gli effetti del rilascio miofasciale potessero non venire adeguatamente rilevati.

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