Marco Chiera
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01/10/2024 - Ultimo aggiornamento 01/10/2024

Natan Babek, Christopher Fiechter, Rachael Caretti, Trevor Phinney | Anno 2024

Trattamento dell’emicrania con aura con trattamento manipolativo osteopatico: un case report che apre nuove prospettive

Patologia:

Cefalee e mal di testa

Tipo di studio:

Case Report

Data di pubblicazione della ricerca:

13-09-2024

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Scopo dello studio

  • Obiettivo: riportare gli effetti dell’OMT in un caso di emicrania con aura in un reparto di pronto soccorso.
  • Outcome misurati: valutazione dei sintomi.

Partecipanti

  • Numero: 1
  • Descrizione: donna, 33 anni. Storia di ipotiroidismo ed emicrania associata ad alterazioni nel linguaggio. Si è presentata al pronto soccorso con dizziness, alterazioni nel linguaggio, queste manifestate intorno alle 11:00, e cefalea con dolore di 5 su 10. Ha raccontato di aver avuto cefalee intermittenti nelle passate settimane, solitamente associate a nausea e fotofobia. Al momento della visita, non ha però mostrato altri sintomi (es. debolezza, febbre, vomito).
    La storia famigliare ha indicato diversi eventi cerebrovascolari, mentre dalla sua anamnesi è emerso un intervento di riparazione per un difetto del setto interventricolare. La prima cefalea si è manifestata 10 anni prima a seguito di un attacco ischemico transitorio, attacco che si è ripetuto nel tempo. 4 anni dopo ha ricevuto la diagnosi di emicrania con aura. È sotto cura con topiramato e levotiroxina.
    Al momento della visita in pronto soccorso, la TAC non ha mostrato alcuna patologia intracranica, escludendo così un evento cerebrovascolare. I segni vitali hanno mostrato un’ipersimpaticotonia (leggera ipertensione, tachicardia e tachipnea) e febbre a 38.6 °C. Il discorso è risultato variabile, con alcuni problemi nell’articolare le prime sillabe delle parole. Una serie di test cognitivi, motori e sensoriali sono risultati normali.
    Dato il dolore dalla base dell’occipite al temporale sinistro, è stata trattata con l’OMT.
    La valutazione osteopatica ha rilevato disfunzioni a livello atlanto-assiale, alle vertebre cervicali, alla prima costola, al trapezio e allo sternocleidomastoideo.

Interventi e valutazioni

  • Valutazione dei sintomi, in particolare del dolore dell’emicrania.
  • 1 sessione.
  • OMT:
    • valutazione osteopatica strutturale;
    • rilascio suboccipitale, tecnica di Still alla prima costola e a livello cervicale (in senso rostro-caudale), tecniche ad energia muscolare allo sternocleidomastoideo, rilascio posizionale facilitato al trapezio.

Risultati

Dopo le tecniche di Still effettuate a livello cervicale, il senso di instabilità si è risolto, mentre la cefalea è diminuita ad un dolore di 2 su 10.
A fine trattamento, il dolore è passato e anche l’afasia si è risolta.
Per ridurre l’ansia della paziente riguardante una nuova comparsa dei sintomi, le sono stati insegnati degli esercizi di stretching per il trapezio e il muscolo sternocleidomastoideo.
Ad una telefonata un paio di mesi dopo, la paziente ha riportato un minor numero di episodi di cefalea, un minor dolore e la volontà di trovare un buon osteopata.

Discussione

In questo studio, i sintomi di una paziente con emicrania con aura sono stati risolti da pochi minuti di OMT in un reparto di pronto soccorso. Ciò nonostante l’obiettivo dell’operatore che ha praticato l’OMT fosse semplicemente dare un sollievo alla paziente.

Dato il caso riguardante una situazione di emicrania con aura, questo studio apre le porte ad ulteriori approfondimenti sia sulla patofisiologia dell’emicrania, sia sul ruolo dell’OMT nel suo trattamento.

Probabilmente, il sistema muscoloscheletrico e fasciale ha giocato un ruolo primario nell’emicrania di questa paziente. In effetti, donne con emicrania episodica spessa mostrano una ridotta capacità di ruotare il collo. Dall’altra parte, alterazioni cervicali possono inviare segnali nocicettivi direttamente ai circuiti trigeminali, contribuendo alla neuroinfiammazione sottostante ad emicrania e cefalea. Risolvere le alterazioni miofasciali può quindi ridurre l’attivazione di questi circuiti. Inoltre, agire sui trigger point presenti in muscoli quali trapezio e sternocleidomastoideo può ridurre la produzione e il rilascio di sostanze infiammatorie come il CGRP, solitamente implicate nell’emicrania.

Servono studi che valutino tutti questi aspetti tramite miotonimetrie, misurazione delle sostanze infiammatorie e risonanze magnetiche.

Da questo studio, potremmo anche considerare la valutazione osteopatica strutturale come uno strumento fondamentale da usare durante ogni esame neurologico, sia per aiutare la diagnosi sia per aiutare il trattamento.

Data la non invasività dell’OMT, futuri studi più grandi potrebbero valutare l’OMT come prima linea di terapia per l’emicrania in pronto soccorso, prima ancora dei farmaci. Risultati positivi, magari correlati dall’introduzione di follow-up osteopatici, potrebbero aiutare a ridurre l’uso eccessivo di farmaci. Allo stesso modo, essendo un approccio più globale, l’OMT può risultare migliore rispetto alla sola iniezione per risolvere i trigger point. L’OMT potrebbe anche aiutare a ridurre la durata della degenza in pronto soccorso.

Data l’alta frequenza di dolore muscoloscheletrico e cefalea, l’OMT potrebbe rilevarsi uno strumento efficace da usare in pronto soccorso.

La recensione di Osteopedia

A cura di Marco Chiera

Punti di forza: buona descrizione dei possibili meccanismi trigeminali ed infiammatori alla base dell’emicrania; presenza di un follow-up; trattamento di un caso in pronto soccorso; spunti di ricerca per l’OMT nel pronto soccorso

Limiti: come tutti i case report, è difficilmente generalizzabile. Mancano alcune ultime evidenze relative ai meccanismi sottostanti la cefalea, i quali, coinvolgendo il trigemino e il sistema nervoso autonomo, avrebbero potuto aiutare a fornire ulteriore razionale all’OMT.

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