Marco Chiera
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07/11/2024 - Ultimo aggiornamento 07/11/2024

Leonid Tafler, Sonia Borkowski, Ghazal Javaid, David Gandolfo, David Kleyn | Anno 2024

Nuova Diagnosi e Terapia per la Sindrome dello Stretto Toracico Neurogenica

Ambito:

Sindrome dello Stretto Toracico

Tipo di studio:

Serie di Casi

Data di pubblicazione della ricerca:

14-10-2024

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Scopo dello studio

  • Obiettivo: riportare l’utilità di un test diagnostico con successivo OMT per la sindrome dello stretto toracico neurogenica.
  • Outcome misurati: valutazione dei sintomi.

Partecipanti

  • Numero: 5
  • Descrizione:
    • la 1^ paziente, donna, 56 anni, aveva forte cervicalgia che si irradiava verso il braccio destro e la parte toracica della schiena. Il dolore era cominciato dopo essere stata in palestra e non riusciva più ad eseguire molte attività quotidiane e a dormire. Aveva ricevuto una diagnosi iniziale di radicolopatia cervicale e le era stata indicata della fisioterapia (massaggi, calore, stimolazione elettrica); tuttavia, dopo ogni seduta la situazione peggiorava. Aveva sviluppato intorpidimento alla mano destra e aveva cominciato a prendere anti-infiammatori non steroidei. Dopo 3 mesi, si è presentata alla clinica osteopatica;
    • il 2° paziente, uomo, 58 anni, aveva una storia di lombalgia cronica, con dolore al collo e interscapolare. Questi ultimi dolori erano emersi mentre stava portando delle borse per la spesa. Non aveva trovato beneficio né tramite farmaci né tramite chiropratica. Un chirurgo ortopedico aveva poi effettuato una diagnosi di sindrome dello stretto toracico e, tramite risonanza, aveva escluso una compressione dei nervi. All’offerta di un intervento per rimuovere la prima costola, il paziente aveva preferito una fisioterapia, che però aveva solo peggiorato il dolore (diffusosi alla mano sinistra);
    • la 3^ paziente, donna, 53 anni, aveva cervicalgia a sinistra, rigidità e parestesia intermittente al braccio destro, anche dopo aver fatto fisioterapia (massaggi e elettrostimolazione) per 3 mesi. Inizialmente era emerso del dolore al collo, seguito dopo un mese dalla parestesia. Non aveva subito né traumi né fatto particolari sforzi. Il chirurgo ortopedico, dopo una radiografia, aveva consigliato un intervento per correggere delle ernie discali e degli intrappolamenti nervosi, intervento però rifiutato dalla paziente;
    • il 4° paziente, uomo, 59 anni, aveva debolezza al braccio destro emersa a seguito di un incidente con gli scii. Era presente un’asimmetria della cintura scapolare destra con atrofia di deltoide, brachioradiale e bicipite, ma senza alterazioni vascolari. Il range of motion (ROM) era molto limitato in tutte le direzioni. L’esecuzione di svariati test neurologici aveva escluso la compressione delle radici nervose, ma una risonanza ne aveva mostrata una a livello di C6 e C7. Un neurologo aveva definito come possibili cause o radicolopatia cervicale oppure sindrome dello stretto toracico. Un intervento chirurgico da parte di un neurochirurgo non aveva portato benefici. Dopo 3 mesi, il paziente ha deciso di consultare un osteopata;
    • il 5° paziente, uomo, 47 anni, aveva una cervicalgia e un dolore alla spalla molto forti e persistenti da due mesi, probabilmente derivanti dall’aver spalato la neve in inverno. Una risonanza aveva mostrato delle ernie e un ridotto spazio discale a livello di C4-C7. Né il riposo né gli anti-infiammatori non steroidei avevano portato benefici. Il dolore aumentava stando disteso sul fianco e il paziente aveva anche iniziato a percepire intorpidimento al braccio sinistro.

Interventi e valutazioni

  • Valutazione dei sintomi.
  • Diverse sessioni per 2 o più settimane.
  • OMT:
    • test di Tafler:
      • da supino, il terapeuta pone l’avambraccio sotto la testa del paziente con la mano sulla spalla del paziente dal lato che deve essere testato. La testa deve essere tenuta dall’avambraccio. Il terapeuta flette, ruota e inclina leggermente la testa del paziente lontano dal lato disfunzionale, premendo sulla spalla così da stirare i tessuti molli nell’area sopraclavicolare e ridurre la pressione sul plesso brachiale;
      • la scomparsa dei sintomi (dolore alla spalla, al braccio e parestesia) indica un esito positivo del test per la sindrome dello stretto toracico neurogenica;
    • rilascio miofasciale, tecniche ad energia muscolare, counterstrain, OMT sotto anestesia.

Risultati

Tutti i pazienti sono risultati positivi al test di Tafler per la sindrome dello stretto toracico neurogenica.

I primi 3 pazienti hanno ricevuto un trattamento per due settimane, dopo il quale non hanno più avuto dolore.

Il 4° paziente ha visto un importante miglioramento nel ROM, in particolare nella capacità di flettere il gomito, dopo un OMT eseguito sotto anestesia. Dopo 5 mesi ha mostrato un ricovero praticamente completo.

Il 5° paziente ha avuto un iniziale beneficio dopo 2 settimane di trattamento. Dopo una ricomparsa dei sintomi, un trattamento osteopatico sotto anestesia ha permesso un recupero, mantenuto nei 4 anni successivi.

Discussione

La sindrome dello stretto toracico neurogenica è spesso soggetta a diagnosi errate e, quindi, a trattamenti inefficaci. I casi presentati (con cervicalgia, lombalgia, debolezza all’arto superiore e dolore alla spalla) hanno mostrato l’utilità di un nuovo test diagnostico – il test di Tafler – basato sullo stiramento in iperflessione diagonale a livello cervicale. Questo test è stato anche in grado di portare sollievo a persone che non avevano trovato beneficio con altre terapie.

Il test di Tafler permette di evitare la confusione che altri test (es. anamnesi, tecniche ad immagini) possono generare nel tentativo di diagnosticare la sindrome dello stretto toracico neurogenica. Inoltre, dato che non esiste un consenso sulle modalità di trattamento di questa sindrome – le modalità conservative sono spesso inefficaci, mentre modalità particolarmente efficaci come la decompressione del plesso brachiale sono invasive – questo test permette un primo approccio terapeutico non invasivo.

Nonostante non sia stato usato su un gran numero di persone (diverse decine), questo test si è mostrato promettente e utile sia per la diagnosi sia per il trattamento e, quindi, si auspica che venga incluso nella pratica clinica.

Futuri studi dovranno comparare l’efficacia di interventi chirurgici e non chirurgici per definire le migliori linee guida possibili per la gestione della sindrome dello stretto toracico neurogenica, sindrome spesso trascurata ma con importanti ripercussioni sulla salute e manifestazioni neurologiche.

La recensione di Osteopedia

A cura di Marco Chiera

Punti di forza: descrizione dei casi, anche con l’uso di immagini (risonanze); presenza di un follow-up; chiara descrizione del test.

Limiti: come tutti i case report, è difficilmente generalizzabile. Il test presentato è stato sviluppato dagli autori e deve essere ancora validato, prima di venire comparato con altre strategie diagnostiche e/o terapeutiche. Benché lo scopo dello studio fosse presentare un nuovo metodo diagnostico, sarebbe stato utile descrivere l’evoluzione dei sintomi dei singoli pazienti nel tempo, dopo ogni seduta di trattamento.

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