Marco Chiera
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07/11/2024 - Ultimo aggiornamento 07/11/2024
Riccardo Serio, Gianluca Bertoni, Federico Andreoletti, Filippo Maselli, Marco Testa, Simone Battista | Anno 2024
Tecniche ad Alta Velocità Bassa Ampiezza per la Gestione della Sindrome Radicolare Lombosacrale Discogenica: Una Revisione Sistematica
Patologia:
Lombalgia (mal di schiena)
Tipo di studio:
Revisione sistematica
Data di pubblicazione della ricerca:
30-09-2024
Scopo dello studio
- Obiettivo: valutare gli effetti delle tecniche ad alta velocità bassa ampiezza sulla sindrome radicolare lombosacrale.
- Outcome misurati:
- Primari: valutazione del dolore, della disabilità, della qualità della vita e degli effetti avversi.
Metodi
- Articoli analizzati: 3
- Stringa di ricerca:
- combinazione di termini liberi o come MeSH: radiculopathy, lumbar radiculopathy, radicular syndrome, lumbar radicular syndrome, radiculopath*, radiculitis, sciatica, spinal nerve roots, sciatic nerve, crural nerve, sciatic neuropathy, femoral neuropathy, sciatic neuropathy, lumbosacral region, lumbosacral segment, lumbar region, lumbosacral spine, lumbosacral junction, lumbar spinal roots, low back pain, lbp, low back ache, lower back pain, lumbago, low backache, lumbar pain, hvla, hvla technique, hvla manipulation, high velocity low amplitude, high velocity low amplitude thrust, high velocity low amplitude manipulation, musculoskeletal manipulations, manipulation osteopathic, manipulation chiropractic, manipulation spinal, thrust manipulation, spine manipulation, lumbar manipulation.
- Criteri di inclusione:
- studi randomizzati controllati su tecniche ad alta velocità bassa ampiezza in caso di sindrome radicolare lombosacrale discogenica;
- studi in cui il gruppo di intervento ha ricevuto tecniche ad alta velocità bassa ampiezza come intervento principale o terapia aggiuntiva;
- studi in cui il gruppo di controllo ha ricevuto terapie non chirurgiche (massaggi, mobilizzazioni, esercizi, elettroterapie, interventi psicologici, etc.), tecniche ad alta velocità bassa ampiezza sham (fittizie), lo stesso trattamento di base del gruppo di intervento in caso le tecniche ad alta velocità bassa ampiezza siano state usate come intervento aggiuntivo, o nessun trattamento;
- studi su adulti (età ≥18 years) con diagnosi di sindrome radicolare lombosacrale discogenica ottenuta tramite anamnesi, esame fisico e risonanza magnetica o tomografica computerizzata;
- studi che hanno valutato come outcome dolore, disabilità, qualità di vita, sintomi e segni neuropatici e affetti avversi.
- studi in inglese su esseri umani.
- Criteri di esclusione:
- studi su condizioni quali radicolopatia bilaterale, sindrome della cauda equina, infezioni, spondolistesi di almeno Grado III, compressione delle radici nervose spinali da strutture diverse dei dischi intervertebrali, fratture spinali, tumori, malattie reumatiche, sindrome di Reiter, disturbi mentali;
- studi su persone con precedenti interventi chirurgici o invasivi alla schiena;
- studi dove l’intervento principale è stato una tecnica manuale diversa dalle tecniche ad alta velocità bassa ampiezza.
Caratteristiche degli studi
- 3 RCT.
- Valutazione della qualità degli studi tramite Revised Cochrane risk-of-bias tool for randomized trials (RoB 2).
- Tutti gli studi hanno mostrato dei bias nella misurazione degli outcome.
- Valutazione della qualità dell’evidenza tramite Grading of Recommendation, Assessment, Development and Evaluation (GRADE).
Partecipanti
- Numero nello studio più piccolo: 40 persone, di cui 20 persone nel gruppo di trattamento e 20 nel gruppo di controllo (età media 44,3 anni).
- Numero nello studio più grande: 102 persone, di cui 53 persone nel gruppo di trattamento e 49 nel gruppo di controllo (età media 43,1 anni).
- Numero totale: 186 persone, di cui 95 persone nei gruppi di trattamento e 91 persone nei gruppi di controllo.
Interventi e valutazioni
- Valutazione del dolore tramite Visual Analog Scale (VAS), della disabilità tramite Oswestry Disability Index (ODI) e Roland Morris Disability Questionnaire (RMDS), della qualità della vita tramite SF-36, e degli effetti avversi.
- Da 5 a 20 sessioni.
- Trattamento:
- tecniche ad alta velocità bassa ampiezza, da sole o in aggiunta a fisioterapia o mobilizzazione neurodinamica.
- Controllo:
- tecniche ad alta velocità bassa ampiezza sham, fisioterapia, mobilizzazione spinale con mobilizzazione neurodinamica.
Risultati
- Outcome primari:
- dolore: uno studio non ha trovato alcuna differenza né nel dolore lombare né nel dolore agli arti inferiori fra tecniche effettive e tecniche sham. Uno studio ha trovato che le tecniche ad alta velocità bassa ampiezza aggiunte alla fisioterapia hanno indotto una riduzione del dolore dopo l’intervento e dopo 90 giorni di follow-up rispetto alla sola fisioterapia. Uno studio ha trovato che le tecniche ad alta velocità bassa ampiezza hanno indotto maggior dolore dopo 45 giorni, 90 giorni, 180 giorni e 1 anno rispetto alla mobilizzazione spinale;
- disabilità: uno studio ha trovato che le tecniche ad alta velocità bassa ampiezza aggiunte alla fisioterapia hanno indotto una riduzione della disabilità dopo l’intervento e dopo 90 giorni di follow-up rispetto alla sola fisioterapia. Uno studio ha trovato che le tecniche ad alta velocità bassa ampiezza hanno indotto maggior disabilità dopo 45 giorni, 90 giorni, 180 giorni e 1 anno rispetto alla mobilizzazione spinale;
- qualità della vita: uno studio non ha trovato alcuna differenza fra tecniche effettive e tecniche sham. Uno studio ha trovato che le tecniche ad alta velocità bassa ampiezza hanno indotto una minor qualità della vita dopo 45 giorni, 90 giorni, 180 giorni e 1 anno rispetto alla mobilizzazione spinale.
- effetti avversi: 2 studi non hanno riportato alcun effetto avverso, mentre 1 studio non li ha valutati.
- qualità dell’evidenza: a fronte di bias ed eterogeneità negli studi, tutti i risultati sono considerati avere un grado molto basso di affidabilità.
Discussione
Questa revisione ha analizzato 3 studi che hanno riportato effetti contrastanti sulle tecniche ad alta velocità bassa ampiezza in caso di sindrome radicolare lombosacrale discogenica. Tutti gli studi mostrano dei potenziali bias e, inoltre, in uno studio non sono stati riportati effetti avversi. Questi risultati impediscono di dare conclusioni certe sull’efficacia delle tecniche analizzate.
Questa situazione conferma la letteratura pre-esistente. Un report contenente linee guida di pratica clinica britannica ha indicato le tecniche ad alta velocità bassa ampiezza come utili per la lombalgia, con o senza sciatica, solo nell’ambito di un trattamento multimodale che includa esercizio fisico e, se serve, terapie psicologiche. Tuttavia, solo 1 studio di quelli analizzati dagli autori ha riguardato pazienti con sindrome radicolare lombosacrale. Un simile report danese ha valutato solo 2 studi su pazienti con sindrome radicolare lombosacrale, mostrando un piccolo effetto nel breve termine derivante da tecniche manuali però diverse dai thrust.
Per quanto riguarda le revisioni, una revisione non ha trovato prove a favore dell’efficacia delle tecniche ad alta velocità bassa ampiezza rispetto ad altri interventi, sebbene gli studi inclusi non siano stati chiari nell’uso del termine “manipolazione”. Un’altra revisione ha invece trovato degli effetti positivi a favore dei thrust rispetto ai thrust sham con un grado di affidabilità moderato, nonostante il campione non riguardasse solo persone con sindrome radicolare lombosacrale discogenica.
Pertanto, serve che futuri studi superino questi limiti mettendo bene in chiaro il significato dei termini usati, sia a livello di intervento (es. manipolazione) sia a livello di criteri di inclusione (es. diversi autori hanno inteso la sindrome radicolare lombosacrale in maniera diversa, considerando o no eventuali segni neurologici). Inoltre, l’eterogeneità emersa deve essere superata da ricerche più rigorose e standardizzate.
Questa revisione ha dei limiti: sono stati inclusi solo 3 studi; la strategia di ricerca è stata limitata solo ad alcuni database e non ha incluso la letteratura grigia o studi non pubblicati; data la bassa qualità del grado di evidenza, non è stato possibile definire conclusione definitive sull’efficacia delle tecniche ad alta velocità bassa ampiezza in caso di sindrome radicolare lombosacrale discogenica.
La recensione di Osteopedia
A cura di Marco Chiera
Punti di forza: buona metodologia dello studio; buona presentazione degli studi inclusi e dei risultati tramite grafici e tabelle; analisi degli effetti avversi; analisi della letteratura esistente; spunti per migliorare la ricerca; analisi dei limiti.
Limiti: non sono stati inclusi gli studi non scritti in inglese (oggi si può tradurre ormai in maniera piuttosto affidabile qualunque lingua), cosa che avrebbe potuto aumentare il numero di studi inclusi e, quindi, il grado di affidabilità delle conclusioni.
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