Redazione
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05/12/2024 - Ultimo aggiornamento 05/12/2024
Casey R. Klover, Vasavi R. Gorantla | Anno 2024
Gestione della Rinosinusite Cronica: Una Revisione Narrativa che Compara il Trattamento Chirurgico con la Manipolazione Osteopatica
Patologia:
Sinusite cronica
Tipo di studio:
Revisione narrativa
Data di pubblicazione della ricerca:
26-09-2024
Scopo dello studio
- Obiettivo: comparare gli effetti della chirurgia funzionale endoscopica dei seni paranasali e dell’OMT in caso di rinosinusite cronica.
- Outcome misurati:
- Primari: valutazione della gravità della patologia tramite Sino-Nasal Outcome Test (SNOT) e Lund-Mackay (LM) scoring system e feedback dei pazienti.
Metodi
- Articoli analizzati: 16
- Stringa di ricerca:
- termini riguardanti la chirurgia funzionale endoscopica dei seni paranasali, l’OMT, la rinosinusite cronica e condizioni affini.
Caratteristiche degli studi
- RCT.
- Studi prospettici.
- Studi clinici.
- Case report.
Interventi e valutazioni
- Valutazione della gravità della rinosinusite cronica tramite:
- SNOT, per controllare come la patologia impatta il benessere fisico ed emotivo;
- punteggio LM, per controllare il grado di occlusione e opacizzazione rilevato tramite tomografia computerizzata a livello di seno frontale, seno sfenoideo, seno etmoide anteriore e posteriore, seno mascellare, e avere indicazioni sulla qualità della vita dei pazienti.
- OMT:
- risolvere le alterazioni strutturali e funzionali per diminuire il dolore e migliorare la funzione organica.
- Chirurgia funzionale endoscopica dei seni paranasali:
- gold standard per i pazienti resistenti alla terapia farmacologica;
- rimuove il tessuto ostruente o la patologia per migliorare la funzione respiratoria.
Risultati
- Chirurgia funzionale endoscopica dei seni paranasali:
- il tasso di successo si aggira fra l’80% e il 98% sia nel breve termine sie con un follow-up di 2 mesi;
- il punteggio SNOT-22 tende a scendere dopo l’operazione di oltre 30 punti, indicando un importante miglioramento nella qualità della vita. Il punteggio LM tende a diminuire di 8 punti dopo l’operazione: i pazienti con un maggior punteggio LM pre-intervento sembrano trarre maggior beneficio da questa chirurgia;
- studi sul lungo periodo (fino a 8 anni) hanno riportato una riduzione di oltre l’80% nell’uso di antibiotici, e anche un’importante riduzione nell’uso di steroidi orali o intranasali;
- in alcuni casi, quando la prima chirurgia non è ritenuta efficace, vi è la possibilità di una revisione. Nell’arco di 10 anni, il tasso medio di ripetizione dell’intervento è intorno al 15,9%, con un lasso di tempo fra i due interventi di circa 4 anni e mezzo. I fattori di rischio per la revisione dell’intervento sono il sesso femminile, una storia di polipi nasali, l’età avanzata al momento dell’operazione, una storia famigliare di rinosinusite cronica, asma e allergie;
- data la zona in cui avviene l’operazione, possono manifestarsi delle complicazioni. Le principali riguardano lesioni orbitali, oculari, alla base cranica con perdita di liquido cerebrospinale, meningite o epistassi. Il tasso di queste complicazioni si aggira attorno allo 0,4% (con alcuni picchi in alcune zone del mondo dell’1%), ed è più alto quando viene usata una chirurgia guidata, probabilmente per il troppo affidamento fatto sulla tecnologia, oppure perché i pazienti che necessitano questa chirurgia sono i più gravi.
- OMT:
- uno studio su 15 pazienti dove sono state usate cinque tecniche di pressione diretta e drenaggio per 18 minuti ha mostrato una diminuzione del dolore, della pressione e della congestione di quasi 1 punto su 4. Questo risultato non ha raggiunto la significatività statistica, ma i pazienti sono risultati particolarmente soddisfatti, anche per non aver sentito praticamente dolore;
- un altro studio su 22 pazienti che ha usato un particolare protocollo (tecniche di manipolazione dei tessuti molli cervicali, rilascio miofasciale cervicale, tecniche ad alta velocità bassa ampiezza cervicali e toraciche, tecniche ad energia muscolare toraciche, rilascio scapolare, punti di Chapman e rilascio del ganglio sfenopalatino intra-orale per 14 minuti) ha riportato miglioramenti nella congestione nasale, nel dolore, nella cefalea, nel senso dell’olfatto e nella fatica. Le condizioni dei pazienti erano comunque varie (da asma a rinosinusite cronica) ed alcuni erano sotto terapia farmacologica;
- un altro studio ha riportato l’utilità di tecniche simil-osteopatiche nel ridurre il dolore craniofacciale;
- un case report su una paziente di 45 anni con rinosinusite cronica ha riportato un miglioramento significato nel punteggio SNOT-22 grazie a 2 sessioni di OMT a settimana per quattro settimane, senza riportare alcun effetto avverso;
- nonostante questi risultati, gli studi hanno riguardato campioni troppo piccoli, sono stati privi di gruppi di controllo e non hanno avuto follow-up a lungo termine.
Discussione
La chirurgia funzionale endoscopica è il trattamento d’elezione per la rinosinusite cronica, soprattutto per la scarsa presenza di complicazioni. Tuttavia, quando queste si manifestano, la qualità di vita dei pazienti può risentirne parecchio e possono diventare necessari ulteriori interventi.
Di conseguenza, una terapia alternativa non invasiva come l’OMT può sicuramente essere utile, soprattutto per la sua assenza di rischi. L’OMT è infatti tendenzialmente sicuro, e potrebbe essere consigliato soprattutto a quei pazienti a più alto rischio di complicazioni.
Tuttavia, servono studi più grandi, organizzati, di maggior qualità e con follow-up estesi nel tempo.
La recensione di Osteopedia
A cura di Marco Chiera
Punti di forza: buona descrizione dello stato dell’arte sulle due terapie analizzate; aver riportato alcune indicazioni su come indirizzare la ricerca in osteopatia sulla rinosinusite cronica; analisi degli effetti avversi.
Limiti: benché sia una revisione narrativa, manca una sezione metodologica che spieghi com’è stata effettuata la ricerca in letteratura. Manca la descrizione del razionale sul perché l’OMT potrebbe essere una terapia utile, razionale che potrebbe anche meglio aiutare a definire i pazienti che maggiormente possono necessitare dell’OMT.
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