Redazione
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05/12/2024 - Ultimo aggiornamento 05/12/2024

Davong D. Phrathep, Zach Abdo, Mariam Tadros, Emily Lewandowski, John Evans | Anno 2024

Il ruolo del trattamento manipolativo osteopatico nella distonia: una revisione della letteratura

Ambito:

Distonia

Tipo di studio:

Revisione

Data di pubblicazione della ricerca:

25-11-2024

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Scopo dello studio

  • Obiettivo: valutare i potenziali benefici dell’OMT nel trattamento della distonia nelle sue diverse forme, i potenziali meccanismi di azione e le potenziali applicazioni cliniche.
  • Outcome misurati:
    • Primari: valutazione dei sintomi.

Metodi

  • Articoli analizzati: 4
  • Stringa di ricerca:
    • combinazione dei seguenti termini: “osteopathic manipulative treatment”, “osteopathic manual treatment”, “osteopathic manipulative medicine” e “dystonia”.
  • Criteri di inclusione:
    • studi riguardanti OMT e distonia.
  • Criteri di esclusione:
    • studi su argomenti diversi da OMT e distonia.

Caratteristiche degli studi

  • 4 serie di casi.

Partecipanti

  • Numero totale: 14 persone.

Interventi e valutazioni

  • Valutazione della distonia tramite Toronto Western Spasmodic Torticollis Rating Scale (TWSTRS), Cervical Dystonia Impact Profile (CDIP), sintomi, dolore, range of motion (ROM) o altri indici.
  • OMT:
    • tecniche di bilanciamento delle tensioni legamentose, tecniche ad alta velocità bassa ampiezza, tecniche di Still, rilascio miofasciale, tecniche ad energia muscolare, OMT craniale, unwinding fasciale, rilascio posizionale facilitato, rilascio suboccipitale, decompressione lombosacrale, counsterstrain, strain articolare legamentoso, tecniche di inibizione.

Risultati

  • Outcome primari:
    • distonia ai piedi in caso di Parkinson: una serie di tre casi ha mostrato come l’OMT abbia permesso di ridurre il dolore e migliorare la mobilità per 5-7 giorni dopo una singola sessione. I pazienti presentavano inversione dei piedi, crampi, dolore da piedi al tronco, oltre che spasmi muscolari agli arti inferiori e riduzione del ROM;
    • distonia ai piedi a fronte di distonia cervicale: una serie di sei casi ha mostrato come l’OMT, dopo 5 settimane, abbia migliorato del 96% la pronazione dei piedi e di 0,21° l’angolo di progressione del piede durante la camminata. Questi pazienti presentavano alterazioni nella camminata, perdita di equilibrio e controllo posturale a causa di un’alterata postura della testa e problemi sensomotori;
    • distonia cervicale: uno studio su due donne di 60 anni circa con storia di tremori alla testa fin dall’adolescenza, da cui sono emersi tremori distonici secondari, ha mostrato come l’OMT abbia aiutato a ridurre gli spasmi muscolari, a diminuire la rigidità e il dolore, e a diminuire il tremore alla testa dopo 1 settimana dalla sessione terapeutica. All’esame osteopatico, è emerso in entrambi in casi uno stiramento verticale della sincondrosi sfenobasilare, disfunzione che tipicamente si manifesta dopo un trauma;
    • torcicollo spasmodico ereditario da mutazione del gene THAP1: uno studio su tre famigliari con questa condizione ha mostrato come l’OMT abbiamo favorito sollievo dal dolore, riduzione della rigidità e un aumento del ROM. Tuttavia, dopo alcune ore dalla sessione di OMT, gli effetti sono svaniti.

Discussione

In caso di distonia, l’OMT può agire sul tono muscolare e sul tessuto connettivo, ripristinando così la funzionalità sensomotoria e riducendo i sintomi di dolore. Questi effetti permetterebbero una miglior mobilità e una miglior qualità della vita. Grazie alle diverse tecniche a disposizione dell’osteopata, l’OMT può agire sull’iper-tonicità muscolare ripristinando il normale tono muscolare, la mobilità articolare e l’allineamento naturale del corpo. In questo modo, riduce gli input afferenti che dal corpo arrivano a livello centrale, “sovraccaricando” aree cardine nella sensomotricità come i gangli della base, tipicamente coinvolti in caso di distonia.

A tal proposito, agire in periferia sulle disfunzioni somatiche presenti si è dimostrato in grado di migliorare l’andatura in pazienti con problemi nella camminata a causa di alterazioni a livello del bacino, degli arti inferiori e della parete addominale. Agendo anche a livello viscerale, l’OMT può favorire un recupero omeostatico che diminuisce l’iper-attivazione nervosa presente in caso di distonia.

Mentre tecniche di bilanciamento delle tensioni legamentose possono ripristinare un corretto feedback propriocettivo a livello articolare, agendo così sull’equilibrio fra contrazione e rilassamento muscolare, tecniche come il rilascio miofasciale possono manipolare i tessuti al fine di favorire una maggior mobilità e flessibilità tissutale. Tecniche ad energia muscolare possono poi aiutare il rilassamento dell’iper-tonicità muscolare tramite meccanismi di inibizione reciproca, portando così sollievo dal dolore e diminuzione della contrattilità del muscolo distonico.

La distonia è spesso refrattaria ai farmaci e comporta diversi problemi muscoloscheletrici, come postura anomala o problemi articolari. I trattamenti classici quali iniezioni di tossina botulinica e antispastici sono sicuramente utili, ma mostrano anche svariati effetti collaterali indesiderati quando utilizzati per molto tempo (es. debolezza muscolare, confusione, paralisi e difficoltà a deglutire).

Al contrario, l’OMT non sembra avere alcun effetto avverso, e potenzialmente potrebbe agire sulla medesime vie di regolazione neuromuscolare. Pertanto, l’uso di una terapia non farmacologica come l’OMT potrebbe portare benefici significativi e migliorare l’assistenza dei pazienti nel breve e lungo termine.

Naturalmente, gli studi riportati sono solo singoli casi clinici e piccole serie di casi, e quindi non generalizzabili. Mancano infatti studi clinici randomizzati e standardizzati. I risultati emersi sono stati molto variabili, oltre che misurati tramite scale diverse non sempre facilmente comparabili fra loro. Infine, anche le condizioni analizzate sono state molto diverse fra loro per parti interessate e gravità.

Ciononostante, dati i risultati emersi, si spera in ulteriori ricerche per determinare l’efficacia dell’OMT nella gestione della distonia, al fine di capire in quali situazioni di distonia e in quali pazienti l’OMT possa apportare un miglioramento nell’assistenza.

La recensione di Osteopedia

A cura di Marco Chiera

Punti di forza: buona descrizione iniziale della distonia e dell’OMT; utile la tabella riassuntiva degli studi; analisi dei limiti della letteratura su OMT e distonia.

Limiti: piuttosto che rimanere sul macroscopico, la discussione sul razionale dell’OMT poteva essere approfondita ed entrare nel dettaglio sia dei meccanismi attivati sia dei sistemi organici coinvolti (proprio a proposito della tossina botulinica, ad esempio, sono emersi negli ultimi anni alcuni studi sul paragone fra la sua azione e quella dell’OMT in ambito craniale).

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