Redazione
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14/04/2025 - Ultimo aggiornamento 14/04/2025

Joshua L. Dale, Harpreet Sood Md. | Anno 2025

Diagnosi e Trattamento della Sindrome dello Stretto Toracico in un Paziente Maschio Anziano: Un Case Report e Valutazione di Protocollo

Ambito:

Sindrome dello Stretto Toracico

Tipo di studio:

Case Report

Data di pubblicazione della ricerca:

19-02-2025

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Scopo dello studio

  • Obiettivo: riportare l’efficacia dell’OMT in un un caso di sindrome dello stretto toracico.
  • Outcome misurati: valutazione dei sintomi (intorpidimento o dolore che si irradia lungo l’aspetto ulnare del braccio interessato, debolezza della presa).

Partecipanti

  • Numero: 1
  • Descrizione: uomo, 76 anni. Dolore lancinante che si irradiava lungo l’aspetto ulnare del braccio sinistro fino al quarto e quinto dito. Ha riportato un progressivo peggioramento della forza di presa nell’ultimo anno. Lavoro come camionista su lunghe distanze e come meccanico di linee elettriche, che comportava spesso di sollevare le braccia sopra la testa. Presenza di ipertensione controllata con farmaci; il paziente ha negato traumi recenti, febbre o sintomi sistemici. Nessuna storia chirurgica, né assunzione di anticoagulanti o altri farmaci che potessero complicare il trattamento muscoloscheletrico. Ha negato di fumare e ha riferito un consumo occasionale di alcolici in caso di compagnia con altre persone. Rigidità del collo ma nessun altro disturbo muscoloscheletrico. Il paziente aveva un indice di massa corporea di 34,5.
    I risultati dell’esame fisico hanno incluso diminuzione della sensibilità nella distribuzione ulnare dell’avambraccio e della mano sinistra, test di Roos positivo, test di Phalen, di Tinel al gomito e di Spurling negativi, una prima costa depressa sul lato sinistro. Riflessi neurologici 2+ alle braccia e forza nella mano destra di 5/5 e di 4/5 nella mano sinistra.

Interventi e valutazioni

  • Valutazione dei sintomi e del test di Roos.
  • 1 sessione.
  • OMT:
    • tecniche utilizzate: rilascio miofasciale dell’ingresso toracico, rilascio dell’ingresso toracico con il braccio come leva e rilascio posizionale facilitato;
    • durante l’esecuzione delle tecniche, sono state date indicazioni sul respiro per sostenere le tecniche.
  • Al paziente è stato consigliato di astenersi da attività che comportassero il sollevamento del braccio sopra la testa per le due settimane successive e di riposare l’arto superiore.

Risultati

Il paziente ha riferito un miglioramento della sintomatologia dopo il trattamento. Il test di Roos precedentemente positivo è risultato negativo immediatamente dopo il completamento del trattamento. La prima costa sinistra non era più depressa e si allineava con la prima costa destra. Entrambe le mani hanno mostrato una forza di presa comparabile dopo il trattamento. Il paziente ha espresso la risoluzione della parestesia nell’aspetto ulnare dell’avambraccio e della mano sinistra.

Il paziente è stato però perso al follow-up, impedendo così di vedere l’evoluzione dei sintomi.

Discussione

Questo caso ha mostrato l’utilità dell’OMT nel trattare un paziente con sindrome dello stretto toracico.

A tal proposito, l’applicazione accurata di test speciali e esami fisici appropriati sono fondamentali per identificare la fonte di intrappolamento. Il protocollo OMT presentato offre un approccio ripetibile e versatile per la sindrome dello stretto toracico neurogena, protocollo che può essere vantaggioso quando l’alleviamento dei sintomi non si ottiene con il solo counterstrain e che non richiede l’uso di tecniche ad alta velocità bassa ampiezza che possono mettere a disagio i pazienti, oppure possono essere difficili da eseguire. Il protocollo utilizza infatti il rilascio miofasciale, oltre a tecniche base proprie del curriculum standard della formazione osteopatica, garantendone così la replicabilità.

Mentre solitamente in caso di sindrome dello stretto toracico la prima costola tende ad essere sollevata, in questo paziente è risultata depressa, rilevazione che ha suggerito un possibile meccanismo miofasciale sottostante.

La ricerca futura dovrebbe esplorare l’efficacia a lungo termine di questo protocollo e confrontarlo con altre modalità di trattamento.

La recensione di Osteopedia

A cura di Marco Chiera

Punti di forza: buona presentazione del caso tramite tabelle; uso di un protocollo di trattamento specifico da poter replicare.

Limiti: come tutti i case report, è difficilmente generalizzabile. Mancanza di test oggettivi (es. imaging) e di follow-up.

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