Redazione
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15/04/2025 - Ultimo aggiornamento 15/04/2025

Micha Keller, Volker Perlitz, Holger Pelz, Stefan Borik, Ines Repik, Armin Geilgens, Birol Cotuk, Gero Müller, Klaus Mathiak, Johannes Mayer | Anno 2025

Specificità delle manipolazioni cutanee craniali nel modulare le risposte del sistema nervoso autonomo e oscillazioni fisiologiche: Uno studio controllato

Ambito:

Effetti fisiologici delle tecniche craniali

Tipo di studio:

Trial randomizzato controllato

Data di pubblicazione della ricerca:

27-02-2025

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Scopo dello studio

  • Obiettivo: valutare gli effetti autonomici della tecnica di tenuta della volta craniale in persone sane.
  • Outcome misurati:
    • Outcome primario: valutazione del volume sanguigno cutaneo tramite fotopletismografia (PPG).
    • Outcome secondario: valutazione della variabilità della frequenza cardiaca (HRV) tramite ECG e della frequenza respiratoria tramite accelerometro.

Partecipanti

  • Numero: 83 persone (33 donne e 50 uomini, età media 40,7 anni).
  • Criteri di inclusione: adulti sani.
  • Criteri di esclusione: presenza di sintomi legati alla salute mentale secondo l’ICD-10 Symptom Rating Questionnaire; storia di disturbi neurologici o cardiovascolari acuti; uso attuale di farmaci psicoattivi; attività sportiva ad alta prestazione; fumo; trattamento osteopatico nei tre mesi precedenti.
  • Gruppi di studio: 4 gruppi ottenuti tramite randomizzazione
    • Gruppo 1: tecnica di tenuta della volta craniale, 38 persone (18 donne e 20 uomini, età media 43,2 anni).
    • Gruppo 2: tecnica di compressione del quarto ventricolo, 18 persone (5 donne e 13 uomini, età media 40,3 anni).
    • Gruppo 3: trattamento sham (fittizio) simile alla tecnica di tenuta della volta craniale, 15 persone (5 donne e 10 uomini, età media 41,6 anni).
    • Gruppo 4: trattamento sham, 12 persone (5 donne e 7 uomini, età media 36,4 anni).

Interventi e valutazioni

  • Valutazione del flusso sanguigno tramite PPG, dell’HRV tramite ECG e dell’attività respiratoria tramite accelerometro prima, durante e dopo il trattamento.
    • In particolare, sono stati misurati i seguenti indici:
      • PPG: frequenza momentanea di massima ampiezza (MFHA) del volume sanguigno cutaneo della fronte, durata e ampiezza del segnale nelle bande di frequenza basse (LF), intermedie (IM) e alte (HF) della MFHA.
      • ECG: frequenza cardiaca, RMSSD, potenza nelle bande di frequenza LF, IM e HF.
      • Frequenza respiratoria.
  • 1 sessione di 5 minuti
  • Interventi:
    • tecnica di tenuta della volta craniale;
    • tecnica di compressione del quarto ventricolo;
  • Controlli:
    • trattamento sham simile alla tenuta della volta craniale, ma senza palpazione;
    • trattamento sham in cui la testa dei partecipanti era appoggiata sul dorso delle mani degli operatori.
  • Ai partecipanti è stato indicato di astenersi dal consumo di caffeina nelle 4 ore precedenti il test e dal consumo di alcol nelle 48 ore precedenti il test.
  • I trattamenti sono stati condotti da 4 osteopati certificati con decenni di esperienza nell’osteopatia craniale e che ogni settimana praticavano molti trattamenti di questo tipo.

Risultati

  • Outcome primari:
    • PPG: è stata osservata una diminuzione statisticamente significativa della frequenza MFHA nella banda LF solo durante la tenuta della volta craniale. Questa diminuzione è stata accompagnata da un aumento significativo della durata della MFHA nella banda LF e da una diminuzione significativa della durata della MFHA nella banda IM. La tenuta della volta craniale ha mostrato maggiori cambiamenti nella banda LF rispetto agli altri interventi; ha inoltre mostrato cambiamenti statisticamente significativi nelle bande IM e HF rispetto al tecnica di compressione del quarto ventricolo. Inoltre, la tenuta della volta craniale ha mostrato un aumento concomitante e statisticamente significativo delle ampiezze delle bande LF, IM e HF, effetto non rilevato in nessun altro intervento. Il cambiamento dell’ampiezza è risultato significativamente più alto per la tenuta della volta craniale nella banda LF rispetto a tutti gli altri interventi.
    • Frequenza respiratoria: non sono emersi cambiamenti significativi in nessun gruppo, suggerendo che gli effetti osservati nel PPG non sono stati indotti da cambiamenti respiratori specifici.
  • Outcome secondari:
    • HRV: la frequenza cardiaca ha mostrato variazioni statisticamente significative nei diversi gruppi, mostrando valori che tendevano a diminuire fra prima e dopo il trattamento. L’RMSSD ha mostrato un aumento statisticamente significativo tra prima e dopo il trattamento, in particolare con la compressione del quarto ventricolo, indicando un aumento del tono parasimpatico. La potenza nelle bande LF, IM e HF non ha mostrato particolari variazioni fra i trattamenti.

Discussione

Questo studio ha mostrato che la tecnica di tenuta della volta craniale è in grado di produrre risposte specifiche del sistema nervoso autonomico misurate attraverso variazioni nel volume sanguigno cutaneo e nella frequenza cardiaca. In particolare, durante l’applicazione di questa tecnica il PPG ha registrato una diminuzione significativa della frequenza del segnale a maggiore ampiezza (MFHA), soprattutto nella banda LF, accompagnata da un aumento della sua durata in questa stessa banda e da una riduzione nella banda IM. Questi effetti sono scomparsi al termine dell’intervento, suggerendo che siano strettamente legati all’esecuzione della tecnica.

Anche le ampiezze del segnale hanno mostrato cambiamenti durante la tenuta della volta craniale: lo studio ha infatti rilevato un aumento simultaneo nelle bande LF, IM e HF, fenomeno invece assente durante gli altri interventi. Al contrario, non sono emerse variazioni significative nella respirazione, escludendo che gli effetti osservati siano stati indotti da cambiamenti respiratori. Quest’ultimo risultato è particolare in quanto ricerche presenti in letteratura mostrano delle sincronizzazioni tra la frequenza respiratoria e i segnali PPG durante la tecnica di tenuta della volta craniale.

Inoltre, nonostante durante questa tecnica siano state riscontrate variazioni marcate nei segnali PPG, questi effetti non sono stati replicati nei dati ECG, suggerendo che alcune risposte del sistema autonomico siano rilevabili solo con misurazioni periferiche e non necessariamente con l’ECG.

Uno dei risultati più rilevanti è l’importanza della banda IM, collocata tra le classiche bande LF e HF come possibile espressione periferica dell’attività reticolare del tronco encefalico. Questa banda sembra coinvolta nei processi interocettivi, ossia nella percezione delle condizioni fisiologiche interne dell’organismo. I dati suggeriscono che durante la tenuta della volta craniale si attivino ritmi reticolari intorno a 0,15 Hz, i quali sono già stati osservati in studi animali e confermati da recenti ricerche con risonanza magnetica funzionale nell’uomo. Questa attività ritmica, che può coinvolgere anche i riflessi barocettivi, sembra capace di “entrare in risonanza” con il sistema cardiovascolare e respiratorio e influenzare anche i tessuti connettivi. Questa rilevazione potrebbe forse spiegare la percezione manuale dei ritmi osteopatici noti come Meccanismo Respiratorio Primario e Impulso Ritmico Craniale, ritmi considerati controversi dal punto di vista scientifico.

L’ipotesi avanzata dagli autori è che la tenuta della volta craniale possa attivare e potenziare questi ritmi reticolari, creando un circuito a feedback che coinvolge il liquido cerebrospinale, le ossa craniche (che mantengono una certa elasticità per tutta la vita), i tessuti connettivi e il sistema nervoso centrale. È possibile che questo effetto sia mediato dall’attivazione di strutture nervose specifiche come il nucleo del tratto solitario, coinvolto nei riflessi barocettivi e situato in prossimità della formazione reticolare, oltre che principale nucleo afferente vagale.

Questo studio ha diversi limiti: l’elevata variabilità fisiologica individuale, la dimensione non uniforme dei gruppi, la difficoltà nell’interpretare i dati relativi alle frequenze, i limiti intrinseci degli strumenti di misurazione nel rilevare basse frequenze.

In conclusione, la tenuta della volta craniale può indurre risposte fisiologiche sistemiche specifiche mediate dal sistema nervoso autonomico, distinguendosi sia da altre tecniche osteopatiche come la compressione del quarto ventricolo sia dagli interventi sham. Questo rafforza l’ipotesi che la tecnica di tenuta della volta craniale abbia un impatto concreto e misurabile sull’attività ritmica del sistema nervoso autonomico e, più in generale, sul sistema corpo-mente.

Gli autori suggeriscono che questa tecnica meriti maggiore attenzione nella pratica clinica e nei percorsi formativi, vista la sua capacità non invasiva di modulare funzioni fisiologiche complesse.

La recensione di Osteopedia

A cura di Marco Chiera

Punti di forza: diversi gruppi di controllo; protocollo di studio ben definito; studio di diversi modelli nelle analisi statistiche, al fine di considerare anche differenze iniziali nella frequenza cardiaca; buona rappresentazione dei risultati tramite grafici; analisi dei limiti dello studio; buona discussione sul background fisiologico sottostante la frequenza intermedia (IM).

Limiti: la dimensione dei gruppi è risultata diversa, in particolare fra il gruppo principale sulla tenuta della volta craniale e gli altri; in alcuni passaggi, i risultati potevano essere espressi più chiaramente (riportando nel testo molti numeri, che poi non hanno riscontro nei grafici o nelle tabelle, è facile confondersi); lo studio è stato effettuato solo su persone sane. La discussione si è concentrata soprattutto sugli aspetti oscillatori neurali senza considerare altre evidenze relative al possibile razionale neurofisiologico delle tecniche craniali.

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