Marco Chiera
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18/12/2023 - Ultimo aggiornamento 25/03/2024
Robert P. Lennon, Huamei Dong, Aleksandra E. Zgierska, Theodore Demetriou, Jason Croad, Craig Livelsberger, Lisa Hodge, Megan Mendez-Miller, Anne Darby, David Rabago | Anno 2022
Terapia osteopatica adiuvante per pazienti ospedalizzati con COVID-19: Uno studio di revisione orientato alla fattibilità con controlli abbinati
Patologia:
Covid-19
Tipo di studio:
Studio di fattibilità tramite analisi retrospettiva
Data di pubblicazione della ricerca:
01-06-2022
Scopo dello studio
- Obiettivo: valutare gli effetti dell’OMT sul distress respiratorio in pazienti ospedalizzati e riceventi cure per ipotizzata infezione da Sars-Cov-2.
- Outcome misurati:
- primari: valutazione del tasso di accettazione dell’OMT, della soddisfazione percepita dai pazienti tramite una scala Likert a 5 punti, degli effetti secondari e degli eventi avversi.
- secondari: valutazione del cambiamento dello stato clinico post-terapia tramite report del paziente ottenuto con il Clinical Global Impression Scale, del numero di giorni di ospedalizzazione, del bisogno di ossigeno ad alto flusso o di CPAP/BiPAP durante l’ospedalizzazione, del ricovero in terapia intensiva, del bisogno di ossigeno supplementare alla dimissione e della tipologia della dimissione.
Partecipanti
- Numero: 179 persone (92 donne e 87 uomini).
- Criteri di inclusione: adulti (età ≥ 18 anni), infezione da Sars-Cov-2 (per test di laboratorio o sulla base dei sintomi manifestati), stato di distress respiratorio (maggior fatica respiratoria, aumentata frequenza respiratoria, bisogno di ossigeno), ricovero fra il 5 maggio 2020 e il 7 giugno 2020.
- Gruppi di studio: 2 gruppi ottenuti tramite randomizzazione
- Gruppo 1: OMT in aggiunta alle cure standard, 27 persone (16 donne e 11 uomini, età media 61,8 anni)
- Gruppo 2: cure standard, 152 persone (76 donne e 76 uomini, età media 62,3 anni)
Interventi e valutazioni
- Valutazione di dati demografici tramite le cartelle cliniche: età, sesso, etnia, presenza o assenza di comorbidità (diabete di tipo 2, malattia cardiovascolare, malattia renale cronica, malattia polmonare ostruttiva cronica, obesità, anemia falciforme, o stati di immunocompromissione), temperatura al momento del ricovero, febbre (≥ 38°C), saturazione di ossigeno al momento del ricovero, presenza di polmonite rivelata tramite raggi X, test per la rilevazione di SARS-CoV-2 e, se disponibili, test di laboratorio (D-Dimero, alanina aminotransferasi o ALT, aspartato aminotransferasi o AST, proteina C reattiva o PCR, ferritina e procalcitonina) nelle prime 24 ore del ricovero.
- Valutazione del tasso di accettazione dell’OMT, della soddisfazione percepita dai pazienti tramite una scala Likert a 5 punti da -2 (molto insoddisfatto) a +2 (molto soddisfatto), degli effetti secondari e degli eventi avversi.
- Valutazione del cambiamento dello stato clinico post-terapia tramite report del paziente ottenuto con il Global improvement item del Clinical Global Impression Scale (scala Likert a 7 punti da -3, ossia molto peggio, a +3, ossia molto meglio), del numero di giorni di ospedalizzazione, del bisogno di ossigeno ad alto flusso o di CPAP/BiPAP durante l’ospedalizzazione (sì/no), del ricovero in terapia intensiva (sì/no), del bisogno di ossigeno supplementare alla dimissione (sì/no), e della tipologia di dimissione (casa, struttura riabilitativa o morte).
- Raccolta dei commenti dei medici in relazione all’esperienza dei pazienti con l’OMT.
- Se un paziente era seguito da un medico curante esperto in osteopatia, allora veniva offerto un OMT al primo giorno del ricovero e durante tutti i successivi giorni
- OMT: trattamento di 5 minuti elaborato da un consensus-panel a causa della limitatezza delle risorse disponibili
- tecniche usate (ritenute le più in grado di ottenere benefici): sollevamento delle costole, trattamento del diaframma addominale, tecniche di pompa linfatica toracica e podalica.
- Cure standard: cure secondo linee guida per la gestione del Covid-19.
- OMT eseguito da medici curanti formati in osteopatia, secondo i protocolli di protezione contro il Covid-19.
Risultati
Outcome primari: sono state effettuate 52 sessioni totali di OMT, con 2 persone su 27 che hanno rifiutato di ricevere ulteriori trattamenti dopo la prima sessione e 2 persone che sono arrivate a ricevere 5 sessioni di OMT. In generale, su tutte le sessioni svolte, l’OMT è stato recepito come soddisfacente (4,33 su 5) e come utile a migliorare lo stato di salute dei pazienti (5,13 su 7).
Come effetti secondari sono stati rilevati 3 casi di dolore auto-limitante relativo ad alcune tecniche osteopatiche (2 casi dopo il trattamento del diaframma e 1 caso dopo tecniche di pompa linfatica toracica).
Non sono stati riscontrati effetti avversi.
Outcome secondari: di base, le persone che hanno ricevuto l’OMT sembrano essere state ricoverate per meno tempo rispetto a quelle che hanno seguito solo le cure standard (6,93 giorni vs 8,63 giorni, con un p-value di 0,053 e un effect size – la portata dell’effetto del trattamento – piccolo).
Analisi più approfondite hanno mostrato che, all’aumentare delle comorbidità, ricevere l’OMT tendeva a favorire un minor numero di giorni di ricovero.
Non sono emerse differenze in relazione a ricoveri in terapia intensiva, bisogno di ossigeno o tipologia di dimissione.
Ulteriori analisi: il gruppo OMT ha mostrato minori livelli di AST e ferritina rispetto al gruppo di controllo.
Per quanto riguarda i commenti dei medici, è emerso che l’OMT è stato ben tollerato e, probabilmente, i pazienti hanno accettato di riceverlo a fronte di una carenza nelle terapie disponibili. Anche i pazienti che hanno avuto qualche effetto secondario hanno ritenuto l’OMT come utile. Inoltre, i pazienti hanno visto l’OMT come una “tregua” dall’ambiente isolante e spaventoso del resto dell’ospedale. Infine, i medici hanno riportato di aver potuto fornire trattamenti con semplicità, e la struttura stessa è stata soddisfatta di aver potuto offrire l’OMT.
Discussione
L’OMT si è mostrato ben accettato dai pazienti e capace di portare loro sollievo, in particolare nel migliorare la funzionalità respiratoria. Inoltre, l’OMT sembra aver favorito una riduzione del numero di giorni di ospedalizzazione, benché sia necessaria un’analisi più approfondita.
Ovviamente, dato il piccolo campione, la natura retrospettiva dell’analisi e quindi l’impossibilità di controllare una serie di fattori confondenti, questi risultati vanno presi con cautela, benché incoraggino futuri studi.
I risultati sono però in linea con studi precedenti che hanno mostrato un’effettiva capacità dell’OMT di ridurre i giorni di ospedalizzazione, con un’annessa riduzione dei costi associati all’ospedalizzazione. Tenuto conto delle spese sostenute in questo periodo di pandemia, anche 1 o 2 giorni risparmiati a persona potrebbero comportare un enorme risparmio.
Inoltre, la diminuzione di giorni di ospedalizzazione ottenuti con l’OMT è in linea, e in qualche caso anche migliore, rispetto alla diminuzione indotta da altre terapie, fra cui tocilizumab, anticoagulanti, desametasone e steroidi. Solo il plasma convalescente (3,3 giorni) e il remdesivir (5 giorni) hanno mostrato risultati convincenti migliori.
Data la carenza di effetti avversi e il suo basso costo, l’OMT può quindi rivelarsi particolarmente utile in ambienti carenti di risorse, in particolare con pazienti che presentano molte comorbidità.
A livello fisiologico, l’OMT potrebbe essere risultata utile grazie alla capacità delle tecniche usate di migliorare la respirazione, stimolare il sistema immunitario, favorire il drenaggio linfatico e, quindi, lo smaltimento e la riduzione delle citochine infiammatorie.
La recensione di Osteopedia
A cura di Marco Chiera
Punti di forza: buona presentazione dello studio, rappresentazione e discussione dei dati; trattamento standardizzato e quindi riproducibile; uso di outcome pragmatici e clinici; interessante la raccolta dei commenti dei medici in relazione alla valutazione dei pazienti, anche perché è emerso come l’OMT sia stato ben accettato in quanto ha favorito il contatto umano.
Limiti: dato il risultato che considera l’utilità dell’OMT in caso di maggiori comorbidità, la non personalizzazione dell’OMT potrebbe aver sottostimato una reale efficacia in caso di trattamento individualizzato; non venendo specificata la differenza fra “effetti secondari” ed “eventi avversi”, non è chiaro cosa sia stato effettivamente valutato.
Siccome la diagnosi di infezione da Sars-Cov-2 non è stata effettuata solo sulla base di test di laboratorio, non è chiaro se tutte le persone trattate abbiano avuto il Covid-19.
Sarebbe stata interessante un’analisi sulle differenze nei livelli di ferritina e AST, in quanto da diversi studi e revisioni sembra che livelli maggiori di questi biomarker indichino una patologia Covid-19 più grave e un maggior rischio di ricovero in terapia intensiva, ventilazione meccanica e morte. Di conseguenza, questo fattore potrebbe aver influito sui migliori risultati ottenuti con l’OMT.
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