Marco Chiera
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05/07/2024 - Ultimo aggiornamento 05/07/2024

Blake E. Delgadillo, Audrey Bui, Alyssa M. Debski, Brooke Miller, Shan Shan Wu | Anno 2024

Efficacia del Trattamento Manipolativo Osteopatico per ridurre il dolore in pazienti con sindrome da dolore patello-femorale: meta-analisi di studi clinici randomizzati

Patologia:

Gonalgia (dolore al ginocchio)

Tipo di studio:

Meta-analisi

Data di pubblicazione della ricerca:

01-05-2024

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Scopo dello studio

  • Obiettivo: valutare l’efficacia dell’OMT, rispetto a nessun trattamento, nel ridurre il dolore al ginocchio in caso di sindrome da dolore patello-femorale.
  • Outcome misurati:
    • Primari: valutazione del dolore al ginocchio tramite Visual Analog Scale (VAS).

Metodi

  • Articoli analizzati: 3
  • Stringa di ricerca:
    • combinazione di termini liberi o come MeSH: “patellofemoral pain syndrome”, “PFPS”, “patellofemoral pain”, “PFP”, “randomized controlled trial”, “RCT”, “osteopathy”, “osteopath”, “osteopathic principles & practice”, “OPP”, “osteopathic manipulative medicine”, “OMM”, “osteopathic manipulation”, “osteopathic manipulative treatment”, “osteopathic manipulative therapy”, “osteopathic treatment”, “osteopathic technique”, “OMT”, “OMTh”.
  • Criteri di inclusione:
    • studi su uomini o donne, 20-30 anni, indice di massa corporea compreso fra 18,5 e 29,9 kg/m², diagnosi di sindrome da dolore patello-femorale, dolore anteriore o retropatellare provocato da due o più delle seguenti attività: seduta prolungata, salita e/o discesa delle scale, compressione, accovacciamento, inginocchiamento, contrazione isometrica del quadricipite;
    • studi clinici randomizzati controllati;
    • studi che hanno valutato l’OMT rispetto a nessun trattamento;
    • studi con un gruppo di controllo attivo;
    • studi che hanno valutato come esito primario il dolore su una scala VAS prima e dopo l’OMT con un follow-up di almeno 30 giorni.
  • Criteri di esclusione:
    • studi su pazienti con passata chirurgia spinale o del ginocchio, con comorbidità al ginocchio, con patologie lombo-sacrali o con qualsiasi malattia neurologica;
    • studi non correlati all’OMT per dolore patello-femorale;
    • studi clinici non randomizzati controllati (case report, studi trasversali, studi di coorti prospettici o retrospettivi, studi non randomizzati, revisioni qualitative o sistematiche);
    • studi disponibili solo in lingua non inglese;
    • studi pubblicati prima del 2000;
    • studi che hanno valutato un trattamento non osteopatico, che non hanno valutato dolore tramite VAS e che non hanno considerato un follow-up di almeno 30 giorni.

Caratteristiche degli studi

  • 3 RCT.
  • Valutazione della qualità degli studi tramite Cochrane Risk of Bias Assessment Tool version 2.
    • 1 studio ad alto rischio di bias.

Partecipanti

  • Numero nello studio più piccolo: 35 persone.
  • Numero nello studio più grande: 44 persone.
  • Numero totale: 133 persone, di cui 72 persone nel gruppo di trattamento e 61 persone nel gruppo di controllo.

Interventi e valutazioni

  • Valutazione del dolore tramite VAS da 0 a 10 cm.
  • OMT:
    • tecniche ad alta velocità e bassa ampiezza, di rilascio articolare/miofasciale, di bilanciamento delle tensioni legamentose, di manipolazione viscerale e di manipolazione craniale;
    • aree trattate: testa, cervicale, toracica, lombare, sacrale, pelvi, arti superiori, costole, addome, articolazione sacroiliaca, ginocchio, caviglia e muscoli vari (quadrato lombare, tensore della fascia lata, ileopsoas, piriforme, quadricipiti, gastrocnemio).
  • Controllo:
    • nessun trattamento, trattamento sham (fittizio).

Risultati

  • Outcome primari:
    • I vari studi hanno mostrato effetti eterogenei sul dolore; tuttavia, le varie analisi hanno mostrato  che il dolore nel gruppo OMT è diminuito di circa 3-5 punti su 10 in maniera statisticamente significativa. Un’analisi secondaria su 2 dei 3 studi che hanno applicato un OMT generalizzato a tutto il corpo, e non limitato solo all’area patologica, ha mostrato un’efficacia dell’OMT maggiore (dolore diminuito di  5,1 punti) rispetto alla meta-analisi su tutti e 3 gli studi (dolore diminuito di 3,9).

Discussione

Questa meta-analisi di tre studi ha mostrato che, rispetto a nessun trattamento, l’OMT ha indotto una significativa riduzione del dolore al ginocchio nei pazienti con sindrome da dolore patello-femorale. Tuttavia, gli studi sono risultati particolarmente eterogenei, probabilmente a causa delle dimensioni ridotte dei campioni e di altre questioni metodologiche (es. l’OMT applicato nei diversi studi è stato diverso). Dall’altra parte, la letteratura mostra che meta-analisi su meno di 15 studi e meno di 500 dati possono tendere a sovrastimare l’eterogeneità degli studi considerati.

Uno studio è risultato ad alto rischio bias in quanto il trattamento sham è risultato particolarmente diverso dal trattamento effettivo, il che può aver alterato in maniera importante i risultati ottenuti (nel gruppo sham, in effetti, vi è stato un alto tasso di abbandono da parte dei partecipanti). Pertanto, in studi che utilizzano un trattamento sham bisogna assicurarsi in ogni modo possibile che sia il più simile possibile al trattamento vero e proprio e che i partecipanti non capiscano a quale gruppo appartengono. Ciononostante, i risultati di questa meta-analisi sono rimasti invariati anche escludendo questo studio.

L’inclusione di solo 3 studi mostra la scarsità della ricerca osteopatica in questo ambito, e obbliga a riflettere sulla necessità di aumentare la ricerca osteopatica se si vuole effettivamente considerare l’OMT come possibile terapia. Tuttavia, bisogna evidenziare che la carenza di ricerca può derivare dalla mancanza di fondi per fare ricerca (negli Stati Uniti, il National Institute of Health ha dato solo lo 0,1% dei suoi finanziamenti all’OMT). Si potrebbe aggirare questo ostacolo conducendo ricerche dove l’OMT sia inclusa in trattamenti di medicina allopatica, ma questa strategia non toglie la necessità di ricerche prettamente osteopatiche.

L’analisi secondaria sugli studi che hanno applicato un OMT generalizzato a tutto il corpo ha mostrato l’importanza di una valutazione complessiva dei pazienti e dell’esecuzione di tecniche che mirino a riequilibrare lo stato di salute dell’intero organismo, agendo su quei sistemi (es. il sistema nervoso autonomico) che regolano la salute dell’organismo.

Questa meta-analisi ha diversi limiti, fra cui pochi studi inclusi, numero basso di pazienti reclutati, alta eterogeneità, modalità diverse di applicazione dell’OMT fra gli studi inclusi e, quindi, bassa generalizzabilità.

Gli studi futuri necessiteranno di una maggior numerosità campionaria (quante persone reclutare) e, possibilmente, di standardizzare l’OMT in modo da ridurre l’eterogeneità. Ciò soprattutto a fronte del risultato favorevole all’OMT emerso in questa meta-analisi, risultato che, se confermato, potrebbe definire l’OMT come terapia utile per ridurre il dolore in caso di sindrome da dolore patello-femorale.

La recensione di Osteopedia

A cura di Marco Chiera

Punti di forza: risultati presentati chiaramente tramite grafici e tabelle; diverse analisi sugli studi inclusi in modo da valorizzare al meglio gli studi e da far fronte ai vari bias; buona discussione sui possibili bias incontrati; buona discussione sullo stato della ricerca in ambito osteopatico.

Limiti: nonostante gli autori abbiano voluto valutare l’OMT rispetto a nessun trattamento, sono stati inclusi studi dove il gruppo di controllo ha ricevuto un trattamento sham, che non è considerabile “nessun trattamento” sia per l’effetto placebo sia per gli effetti del tocco in sé stesso.
Non sono stati analizzati eventuali effetti avversi.
Il consiglio di standardizzare l’OMT per ridurre l’eterogeneità di future ricerche, per quanto da una parte utile, dall’altra è limitante rispetto alla pratica clinica osteopatica quotidiana, dove il trattamento è adattato ai pazienti.

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