Marco Chiera
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05/07/2024 - Ultimo aggiornamento 05/07/2024

Cameron White, Yahui Xie, Jeremy Bigham, Ava Stanczak, David Ninan, Chien-An A. Hu | Anno 2024

Medicina Manipolativa Osteopatica e disturbi: una panoramica delle pubblicazioni peer-review 2018-2022

Ambito:

Effetti dell'OMT

Tipo di studio:

Revisione

Data di pubblicazione della ricerca:

11-06-2024

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Scopo dello studio

  • Obiettivo: riportare le condizioni per cui esistono in letteratura, dal 2018 al 2022, delle evidenze di efficacia da parte della medicina manipolativa osteopatica (OMM).
  • Outcome misurati: valutazione di qualsiasi effetto indotto dall’OMM.

Metodi

  • Articoli analizzati: 249
  • Stringa di ricerca:
    • combinazione di termini liberi o come MeSH: “osteopath”, “osteopathic”, “osteopathic manipulative medicine”, “osteopathic medicine treatment”, “human disorder”, “human condition”.
  • Criteri di inclusione:
    • studi dal 2018 al 2022;
    • studi in inglese;
    • studi che hanno valutato almeno una condizione trattata dall’OMM nell’essere umano;
    • studi dove almeno uno degli autori è un osteopata o ricercatore osteopatico;
    • studi dove è stata usata almeno una tecnica dell’OMT.
  • Criteri di esclusione:
    • pubblicazioni a scopo formativo, commenti, speculazioni, discussioni sull’uso dell’OMM nella comunità osteopatica;
    • studi su fisioterapia, chiropratica, agopuntura o terapia manuali diverse dall’OMM.

Caratteristiche degli studi

  • 249 studi.
  • 9 categorie di argomenti: disordini muscoloscheletrici, lombalgia, condizioni neurologiche, infiammazione, nascite pretermine e disturbi neonatali, ansia, vertigini, revisioni complessive, altro.

Interventi e valutazioni

  • Valutazione degli effetti ottenuti con l’OMM.
  • OMT:
    • trattamento standardizzato, semi-standardizzato o personalizzato;
    • tecniche ad energia muscolare, di rilascio miofasciale, di manipolazione craniale, di bilanciamento delle tensioni legamentose, di manipolazione viscerale, ad alta velocità bassa ampiezza, di pompa linfatica e di decompressione atlo-occipitale.

Risultati

  • Outcome:
    • benché non inclusi, circa il 38% degli studi emersi (155 su 404) sono stati pubblicazioni a scopo formativo, speculative, commenti o discussioni sull’uso dell’OMM nella comunità osteopatica;
    • a livello geografico, su 249 studi totali, gli Stati Uniti hanno pubblicato 96 studi, l’Italia 44, il Brasile 20, la Spagna 15, la Francia 13, la Germania 10, il Canada 8, il Regno Unito 7 e l’Australia 5, mentre altri 31 studi vengono da una ventina di altre nazioni;
    • mentre fra il 2019 e il 2021, gli Stati Uniti hanno visto un aumento di studi sull’OMM, gli altri paesi ne hanno visto una diminuzione (forse a causa della pandemia di Covid-19);
    • sono emersi 8 disturbi più comuni trattati dall’OMM, ossia disordini muscoloscheletrici, lombalgia, condizioni neurologiche, cefalea, infiammazione, prematurità e disordini neonatali, ansia, vertigini. Nello specifico, 2/3 degli studi hanno riguardando cefalea, condizioni muscoloscheletriche e condizioni neurologiche. Inoltre, 87 studi hanno riguardato i disordini muscoloscheletrici, 42 la lombalgia, 30 i disturbi neurologici (compresa cefalea) 15 i disordini infiammatori (compresi disturbi autoimmuni, Covid-19 e drenaggio linfatico), 10 i disturbi neonatali o della prematurità, 5 le vertigini, 3 l’ansia e 2 delle revisioni complessive. Altri 55 studi hanno riguardato usi vari dell’OMM;
    • le tecniche utilizzate più frequentemente sono state tecniche ad energia muscolare, di rilascio miofasciale, di manipolazione craniale, di bilanciamento delle tensioni legamentose, di manipolazione viscerale, ad alta velocità bassa ampiezza, di pompa linfatica e di decompressione atlo-occipitale. In particolare, mentre per ansia, cefalea e problemi muscoloscheletrici sono state usate una varietà di tecniche, le condizioni neurologiche e la lombalgia hanno visto soprattutto l’uso di manipolazioni spinali, le condizioni neonatologiche tecniche craniali, le vertigini tecniche articolari e craniali, e  le condizioni infiammatorie tecniche di pompa linfatica
    • in relazione a queste tecniche e al loro uso per ogni condizione patologica, è stato possibile ipotizzare degli specifici meccanismi di azione;
    • gli effetti emersi hanno riguardato miglioramenti nei sintomi (frequenza, gravità, durata) e nella progressione delle condizioni trattate.

Discussione

Scopo dello studio è stato rispondere alle seguenti domande: quali paesi hanno contribuito alla ricerca sull’OMM? Quali condizioni nell’essere umano sono state trattate tramite l’OMM? Quali tecniche di OMM sono state usate? Come può un modello integrato di OMM essere utilizzato per trattare le condizioni emerse?

A parte gli Stati Uniti, dove l’osteopatia è nata, importanti contributi arrivano dall’Italia e dal Brasile. A tal proposito, sono interessanti i contributi extra-americani in quanto, fino ad oggi, l’OMM è stata considerata un fenomeno americano.

I disturbi muscoloscheletrici, la lombalgia e i disturbi neurologici costituiscono collettivamente i motivi per cui l’OMM viene classicamente usata e rappresentano circa 2/3 degli articoli esaminati. Sulla base dei risultati di questa revisione, l’OMM si è dimostrata efficace nel trattare anche condizioni come vertigini, disturbo d’ansia generalizzato e complicazioni neonatali e legate alla prematurità, oltre che utile nell’aiutare situazioni come i disturbi infiammatori.

Le motivazioni alla base di questi effetti risiedono nei legami che gli organi e sistemi di regolazione dell’organismo hanno fra loro, e in particolare nel ruolo di “collante” che il sistema muscoloscheletrico e fasciale svolge fra tutti questi sistemi. Infatti, come sta ormai mostrando la letteratura, un cambiamento in uno di questi sistemi (muscoloscheletrico, metabolico-energetico, biomeccanico, respiratorio-circolatorio, neurologico e comportamentale) può facilmente indurre un cambiamento in un altro sistema.

L’OMM può ridurre l’intensità e l’impatto del dolore, così come migliorare la funzione fisica e la qualità della vita correlata alla salute. In generale, nelle diverse condizioni, l’OMM è in grado di diminuire la gravità e la frequenza dei sintomi e la disabilità legata alla condizione trattata. Questi effetti a fronte di svariate vie di azioni: per le vertigini e l’ansia, tramite un miglioramento nell’approvvigionamento neurovascolare agli organi, oltre che, stimolando le fibre tattili β e C, un rilascio di ormoni quali l’ossitocina che regolano l’asse ipotalamo-ipofisi-surrene. Per quanto riguarda il dolore cronico, i problemi muscoloscheletrici e le condizioni neonatologiche, tramite una diminuzione delle citochine infiammatorie (es. TNF-α, IL-1β e IL-18) e la risoluzione delle disfunzioni somatiche. Inoltre, nei neonati prematuri, l’OMM favorisce un aumento della modulazione parasimpatica sul cuore grazie alle tecniche craniali, andando così a regolare la funzione del sistema nervoso autonomico.

Le tecniche di pompa linfatica riescono a migliorare il drenaggio linfatico, soprattutto nel dotto toracico, riducendo così la quantità di marker infiammatori come NO2, TNF-α e IL-10. La manipolazione spinale ha dimostrato di essere benefica sia per la lombalgia sia per condizioni ulteriori come la radicolopatia. Sicuramente, in questi casi complessi l’integrazione di più modelli (es. biomeccanico, neurologico e respiratorio-circolatorio) permettono una valutazione e la definizione di un piano di trattamento più completo.

Questa revisione ha dei limiti, come l’inclusione sono di pubblicazioni peer-review da due database pubblici (PubMed e ScienceDirect) e l’uso di poche parole chiave: pertanto, è possibile che diverse pubblicazioni non siano state incluse.

In conclusione, dati i risultati emersi e la possibilità dell’OMM di agire di molteplici disturbi, la ricerca sull’OMM necessita di maggiori finanziamenti e di supporto governativo al fine di far emergere evidenze forti utili per gli operatori, i pazienti e il sistema sanitario.

La recensione di Osteopedia

A cura di Marco Chiera

Punti di forza: viene eseguita una panoramica delle condizioni per cui viene usata l’OMM; buona presentazione dei risultati (anche tramite grafici e tabelle) e loro discussione; viene sottolineato il bisogno di investire maggiori fondi nella ricerca osteopatica.

Limiti: oltre ai limiti citati dagli autori, sono stati presi solo gli studi dal 2018 al 2022; non si è parlato di effetti avversi, aspetto centrale per l’utilità di una terapia, e sicuramente aspetto critico per la ricerca osteopatica in quanto spesso gli studi non li riportano; gli autori avrebbero potuto eseguire una suddivisione anche per tipologie di pazienti (età pediatrica, adulti, anziani, uomini, donne, etc.).

Riflessioni: gli autori riportano l’OMM come un fenomeno americano, ma si tratta di una visione riduttiva della realtà. Tuttavia, è una considerazione rivelatrice di una situazione effettivamente presente, ossia la non consapevolezza di cosa sta succedendo nel resto del mondo in ambito osteopatico.

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