Marco Chiera
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25/07/2024 - Ultimo aggiornamento 25/07/2024

Wenyan Li, Xin Liu, Yinghua Wen, Junying Wu, Federico Giordani, Carla Stecco | Anno 2024

L’effetto della terapia di manipolazione fasciale sulla spasticità degli arti inferiori e sui cloni delle caviglie in pazienti con ictus

Ambito:

Ictus

Tipo di studio:

Trial randomizzato controllato

Data di pubblicazione della ricerca:

03-07-2024

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Scopo dello studio

  • Obiettivo: valutare l’efficacia della Manipolazione Fasciale sul tricipite surale nel ridurre la spasticità in caso di ictus.
  • Outcome misurati:
    • Outcome primari: valutazione della spasticità del tricipite surale tramite Composite Spasticity Scale (CSS), del ROM passivo della caviglia tramite goniometro, della funzione motoria dell’arto spastico tramite punteggio Fugl-Meyer (FMA) e del tono muscolare tramite Modified Ashworth Scale (MAS).

Partecipanti

  • Numero: 40 persone (18 donne e 22 uomini).
  • Criteri di inclusione: adulti; presenza di spasmi del tricipite surale post-icuts; infarto o emorragia cerebrale diagnosticati tramite tomografica computerizzata o risonanza magnetica; primo episodio di ictus; condizione stabile; malattia presente da 2 settimane a 6 mesi; spasticità del tricipite surale con un punteggi CSS ≥ 7 e MAS ≤ livello 3; presenza della capacità di comprendere e di collaborare al trattamento.
  • Criteri di esclusione: segni vitali instabili; grave disfunzione cognitiva; attività limitata a livello della caviglia; danni cutanei o infezioni alla caviglia; disturbi della coagulazione o trombosi; aver ricevuto trattamenti antispastici diversi e ulteriori rispetto al trattamento riabilitativo convenzionale.
  • Gruppi di studio: 2 gruppi ottenuti tramite randomizzazione.
    • Gruppo 1: riabilitazione convenzionale + Manipolazione Fasciale, 20 persone (10 donne e 10 uomini, età media 52,63 anni).
    • Gruppo 2: riabilitazione convenzionale, 20 persone (8 donne e 12 uomini, età media 55,75 anni).

Interventi e valutazioni

  • Valutazione della spasticità del tricipite surale tramite CSS all’inizio dello studio e 3 settimane dopo la fine dei trattamenti.
  • Valutazione del ROM passivo della caviglia tramite goniometro all’inizio dello studio e 3 settimane dopo la fine dei trattamenti.
    • È stato valutato l’angolo massimo fra dorsiflessione e flessione plantare passiva della caviglia dell’arto spastico.
  • Valutazione della funzione motoria dell’arto spastico tramite FMA all’inizio dello studio e 3 settimane dopo la fine dei trattamenti.
  • Valutazione del tono muscolare come resistenza al movimento passivo tramite MAS all’inizio dello studio e 3 settimane dopo la fine dei trattamenti.
  • 5 sessioni a settimana di riabilitazione convenzionale da 40 minuti, per 3 settimane.
  • 2 sessioni a settimana di Manipolazione Fasciale da 30 minuti, per 3 settimane.
  • Manipolazione Fasciale:
    • esame del movimento e dello stato dei tessuti tramite palpazione e valutazione del dolore percepito dal paziente;
    • trattamento delle catene miofasciali selezionate tramite l’esame tramite pressioni sui centri di coordinazione (CC) fino a quando il paziente non riferisce un dimezzamento del dolore o fino al ripristino del movimento dei tessuti.
  • Riabilitazione convenzionale: posizionamento corretto dell’arto, fisioterapia, esercizi di allungamento, equilibrio, miglioramento del ROM, allenamento alla forza muscolare, camminata, etc.

Risultati

  • Outcome primari:
    • CSS: dopo il trattamento, entrambi i gruppi hanno visto una riduzione statisticamente significativa della spasticità del tricipite, con un risultato superiore nel gruppo con Manipolazione Fasciale;
    • ROM passivo: dopo il trattamento, entrambi i gruppi hanno visto un aumento statisticamente significativo nella mobilità della caviglia, con un risultato superiore nel gruppo con Manipolazione Fasciale;
    • FMA: dopo il trattamento, entrambi i gruppi hanno visto un aumento statisticamente significativo nella funzione motoria dell’arto spastico, con un risultato superiore nel gruppo con Manipolazione Fasciale;
    • MAS: dopo il trattamento, entrambi i gruppi hanno visto una riduzione statisticamente significativa nella resistenza al movimento dell’arto spastico, con un risultato superiore nel gruppo con Manipolazione Fasciale.

Discussione

La spasticità che si manifesta post-ictus è sostenuta da diversi meccanismi: da un lato, un’iper-eccitazione dei motoneuroni α a livello midollare, mentre dall’altro lato, un’alterazione tissutale dei muscoli colpiti dall’ictus che si manifesta già 4 ore dopo l’evento. I muscoli spastici risultano quindi più rigidi, con una maggiore densità di collagene e acido ialuronico a livello di endomisio e perimisio, il che favorisce ancor più spasticità e immobilità in un circolo che comporta aumento di viscosità nella matrice extracellulare, rischio di fibrosi e maggior rigidità muscolare passiva tramite sensitizzazione dei riflessi neuromediati. Di conseguenza, lavorare sulla densificazione della fascia può rappresentare un intervento importante per interrompere questo circolo vizioso.

Come diversi studi hanno evidenziato un’efficacia dell’enzima ialuronidasi iniettato a livello muscolare nel migliorare la rigidità e il ROM attivo e passivo, così la Manipolazione Fasciale, agendo in particolare sui centri di coordinazione dove convergono le linee di forza miofasciali e dove il tessuto può più facilmente densificarsi, ha mostrato di poter migliorare sia lo stato tissutale (rilevabile tramite ecografia) sia l’effettiva funzione muscolare, riducendo dolore e disabilità.

Potenzialmente, la Manipolazione Fasciale potrebbe agire in modi diversi: potrebbe favorire una regolazione del sistema nervoso centrale e autonomico, favorendo una modulazione del tono muscolare e un aumento della circolazione sanguigna in grado di ridurre la viscosità fasciale; potrebbe migliorare la viscoelasticità della matrice extracellulare permettendo ai tessuti di riprendere a muoversi liberamente; potrebbe migliorare la propriocezione stimolando specifici recettori quali i corpuscoli di Ruffini e Pacini, che possono percepire i cambiamenti di tensione.

Queste considerazioni spiegherebbero i risultati positivi ottenuti in questo studio da parte della Manipolazione Fasciale rispetto al gruppo di controllo.

Questo studio ha, comunque, diversi limiti: poche persone reclutate, che impediscono di generalizzare i risultati; mancanza di un follow-up; mancanza di un intervento (es. onde d’urto o botulino) nel gruppo di controllo con cui paragonare concretamente la Manipolazione Fasciale. Infine, nonostante le ipotesi discusse, il meccanismo di azione di questa terapia non è ancora chiaro e, pertanto, servono ulteriori studi.

Nonostante questi limiti, la Manipolazione Fasciale risulta una terapia non invasiva che, pertanto, merita attenzione in contesti dove le alternative terapeutiche sono limitate.

La recensione di Osteopedia

A cura di Marco Chiera

Punti di forza: buona presentazione dei risultati tramite tabelle e grafici; dettagliata discussione sui possibili meccanismi sottostanti la spasticità e sui possibili meccanismi di azione della Manipolazione Fasciale; aver sottolineato l’importanza di una terapia non invasiva.

Limiti: come evidenziato dagli autori, piccolo campione e mancanza di un follow-up a medio e lungo termine. Mancanza della valutazione degli effetti avversi; mancanza della definizione di un outcome primario attorno a cui far ruotare lo studio (es. numero di persone da reclutare).

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