Marco Chiera
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01/10/2024 - Ultimo aggiornamento 01/10/2024

Katarzyna Wegner-Czerniak, Jacek Mączyński, Anna Błaszczyk, Małgorzata Barbara Ogurkowska | Anno 2024

Rilevanza dei cambiamenti nella resistenza muscolare nel test Biering-Sorensen e dei cambiamenti nell’equilibrio in persone con lombalgia trattate con tecniche ad energia muscolare

Patologia:

Lombalgia (mal di schiena)

Tipo di studio:

Trial clinico

Data di pubblicazione della ricerca:

30-04-2024

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Scopo dello studio

  • Obiettivo: valutare gli effetti dell’OMT in caso di lombalgia sulla resistenza muscolare dell’erettore spinale, del gluteo massimo e del bicipite femorale.
  • Outcome misurati:
    • Outcome primari: valutazione della fatica muscolare tramite elettromiografia di superficie durante test di Biering-Sorensen, dell’equilibrio tramite pedane stabilometriche, del dolore tramite Visual Analog Scale (VAS) e della disabilità tramite Oswestry Disability Index (ODI).

Partecipanti

  • Numero: 15 uomini (età media 41,9 anni).
  • Criteri di inclusione: adulti; lavoratori in ambito di catena di montaggio; dolore lombare di almeno 7 su 10 tramite VAS e con una durata superiore a 12 settimane.
  • Criteri di esclusione: neoplasie, fratture spinali, interventi chirurgici lombari, diagnosi di spondilolistesi.
  • Gruppi di studio:
    • Gruppo 1: OMT, 15 uomini (età media 41,9 anni).

Interventi e valutazioni

  • Valutazione dei dati antropometrici tramite questionario all’inizio dello studio.
  • Valutazione della fatica muscolare tramite elettromiografia di superficie durante test di Biering-Sorensen, dell’equilibrio tramite pedane stabilometriche, del dolore tramite VAS e della disabilità tramite ODI all’inizio e alla fine dello studio.
  • 3 sessioni settimanali da 30 minuti.
  • OMT: tecniche ad energia muscolare a seconda delle disfunzioni trovate dall’osteopata.

Risultati

  • Outcome primari:
    • la durata del test di Biering-Sorensen è aumenta alla fine dello studio rispetto all’inizio, indicando quindi una maggior resistenza alla fatica muscolare. Inoltre, il dolore misurato tramite VAS è diminuito così come la disabilità misurata tramite ODI. Tutti questi risultati sono stati statisticamente significativi ed è emersa una correlazione fra riduzione del dolore e riduzione della disabilità. La rilevanza di questi effetti è inoltre risultata particolarmente grande;
    • a conferma di questi risultati, l’elettromiografia ha riportato cambiamenti statisticamente significativi a livello del muscolo erettore spinale, indicando una minor fatica. Simili cambiamenti sono emersi anche per il gluteo massimo e il bicipite femorale, ma non è stata raggiunta la significatività statistica;
    • la pedana stabilometrica ha riportato un miglior equilibrio dopo il trattamento: è infatti diminuito in maniera statisticamente significativa il movimento del centro di gravità durante i test di equilibrio, sia ad occhi chiusi sia ad occhi aperti. Sono poi emerse interessanti correlazioni con il dolore misurato tramite VAS e la disabilità misurata tramite ODI: maggiori sono questi punteggi, maggiore è il grado di instabilità posturale;
    • infine, sono emerse correlazioni fra i vari outcome misurati: in particolare, un aumento del dolore e della disabilità è legato ad una diminuzione della resistenza muscolare, mentre una diminuzione del movimento del centro di gravità è legata ad un aumento della resistenza muscolare.

Discussione

Le tecniche ad energia muscolare hanno mostrato degli effetti benefici sulla resistenza muscolare e sulla stabilità posturale. Questo è forse il primo studio ad usare l’elettromiografia e indagini posturografiche per valutare l’efficacia delle tecniche ad energia muscolare.

La riduzione della fatica muscolare è particolarmente importante in persone con lombalgia cronica. Una bassa efficienza e resistenza del muscolo erettore spinale è infatti spesso presente nelle persone con alti livelli di dolore e disabilità. L’aumento della resistenza muscolare dell’erettore spinale si trasferisce poi alle strutture passive che stabilizzano la colonna, manifestando così gli effetti positivi rilevati su dolore e disabilità. Le tecniche ad energia muscolare possono quindi agire positivamente sul network nervoso, muscolare e osteo-legamentoso che dà stabilità alla colonna.

A conferma di studi precedenti, anche questo studio ha evidenziato che un aumento del peso e dell’altezza si correla ad una maggior fatica muscolare, a livello sia di schiena sia di gambe. La conseguenza è una postura sbilanciata che può favorire lombalgia, con alterazioni tissutali e propriocettive, oltre che l’induzione di costanti segnali nocicettivi che possono influenzare anche l’attività del sistema nervoso ortosimpatico e dei fusi muscolari. Dati gli effetti positivi rilevati dalle tecniche ad energia muscolare, è ipotizzabile che esse possano influenzare il sistema nervoso ortosimpatico, modificando così in senso positivo le informazioni propriocettive e migliorando la postura. Questi effetti sono tanto più importanti quanto, sempre in caso di aumentato peso corporeo, la fatica muscolare favorisce un’aumentata instabilità posturale.

Il vantaggio del trattamento osteopatico, rispetto ad altri trattamenti manuali studiati in ricerche passate, è il suo lavorare non solo a livello meccanico, ma sulla globalità del corpo e dei tessuti, ossei, muscolari, fasciali e nervosi. Sempre più studi stanno mostrando, infatti, come l’atteggiamento posturale non sia una questione solo meccanica ma necessiti uno sguardo più ampio, considerando in particolare la fascia e gli aspetti nervosi.

Un punto di forza di questo studio è aver correlato parametri soggettivi come il dolore con parametri oggettivi come la resistenza muscolare. Simili metodi possono aiutare a meglio definire strategie terapeutiche per la lombalgia (ma non solo), così da ridurre i tempo di trattamento, i costi di trattamento e aiutare i lavoratori a tornare il prima possibile al lavoro.

Questo studio può quindi fornire le basi per valutari gli effetti di altre terapie manuali.

La recensione di Osteopedia

A cura di Marco Chiera

Punti di forza: uso di valutazioni soggettive ed oggettive; buona descrizione delle tecniche usate; interessanti analisi statistiche di correlazioni; buona analisi (seppur breve) del legame fra postura, fatica muscolare, propriocezione e fascia; buona discussione dei risultati.

Limiti: manca un’analisi dei limiti dello studio; il numero di persone reclutate è particolarmente basso; manca un gruppo di controllo con cui valutare l’OMT; manca un follow-up; dato l’alto numero di analisi riportate, sarebbe stata necessaria una correzione statistica per dare un’idea più appropriata della rilevanza dei risultati. In alcuni punti, gli autori avrebbero potuto essere più chiari e riportare il significato delle abbreviazioni direttamente nel testo.

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