Redazione
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04/02/2025 - Ultimo aggiornamento 04/02/2025

J. Pelletier, T. Capistrant, S. P. Nordt | Anno 2024

La manipolazione osteopatica e la sua applicabilità nei reparti di pronto soccorso: Una revisione narrativa

Ambito:

Pronto soccorso

Tipo di studio:

Revisione narrativa

Data di pubblicazione della ricerca:

15-10-2024

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Scopo dello studio

  • Obiettivo: valutare lo stato della ricerca sull’applicabilità dell’OMT in pronto soccorso.
  • Outcome misurati:
    • Primari: valutazione del dolore, della disabilità, della funzionalità e degli effetti avversi.

Metodi

  • Articoli analizzati: 65
  • Stringa di ricerca:
    • combinazione dei seguenti termini: osteopathic, facilitated positional release, fascial distortion model (FDM), high-velocity low-amplitude, lymphatic pump, muscle energy, myofascial release, and visceral manipulation, balanced ligamentous tension, counterstrain, craniosacral, neuromusculoskeletal medicine (NMM), osteopathic manipulation, osteopathic manipulation treatment (OMT), osteopathic manipulative treatment (OMT), osteopathic manipulative therapy (OMT), osteopathic manipulative medicine (OMM).

Caratteristiche degli studi

  • 13 revisioni sistematiche e meta-analisi.
  • 15 RCT.
  • 14 studi prospettici.
  • 3 studi retrospettivi.
  • 8 sondaggi.
  • 2 case report e serie di casi.
  • 10 revisioni narrative o documenti di consenso.

Interventi e valutazioni

  • Valutazione del dolore, della disabilità, della funzionalità e degli effetti avversi.
  • OMT:
    • tecniche di pompa linfatica, counterstrain, rilascio miofasciale, ad energia muscolare, ad alta velocità bassa ampiezza, craniosacrali, viscerali.
  • Controllo:
    • terapie standard, trattamento sham (fittizio), nessun intervento.

Risultati

  • Outcome primari:
    • possibile uso dell’OMT nei reparti di pronto soccorso: le evidenze migliori riguardano il trattamento di lombalgia non specifica acuta e cronica, cervicalgia non specifica cronica e dolore cronico non canceroso. Evidenze contrastanti sono presenti in relazione a lombalgia con sciatalgia, condizioni pediatriche, condizioni neurologiche e sindrome del colon irritabile;
    • lombalgia: diversi studi hanno riportato miglioramenti significativi da un punto di vista clinico in relazione a dolore e funzionalità in pazienti con lombalgia, lombalgia non specifica acuta e cronica, lombalgia postpartum e, sebbene con minor forza, lombalgia durante la gravidanza. Uno studio sull’osteopatia viscerale ha mostrato buoni risultati nel diminuire dolore, disabilità e sintomi depressivi rispetto ad un trattamento sham. Altri studi hanno riportato effetti positivi dell’OMT rispetto allo sham. Infine, alcuni studi hanno mostrato anche una potenziale riduzione nell’uso di farmaci;
    • cefalea: gli studi sull’osteopatia craniale hanno mostrato risultati contrastanti, con alcuni studi che non hanno evidenziato effetti, mentre altri che hanno trovato riduzioni importanti nel dolore e nella disabilità che sono risultate superiori rispetto alle cure standard e che si sono mantenute anche per svariati mesi. La manipolazione spinale ha mostrato di poter ridurre i giorni con cefalea, nonostante ci sia eterogeneità negli studi. Una revisione ha mostrato effetti positivi dell’OMT sulla cefalea tensiva e sull’emicrania, evidenziando come il rilascio miofasciale fosse la tecnica maggiormente usata. Uno studio pilota ha mostrato la potenzialità dell’OMT di agire sulla cefalea da commozione cerebrale, mentre un case report ha mostra l’utilità dell’OMT in caso di nevralgia occipitale;
    • cervicalgia: diverse revisioni sistematiche hanno mostrato l’utilità dell’OMT nel diminuire il dolore e migliorare lo stato funzionale in caso di cervicalgia non specifica, con effetti in grado di durare per svariati mesi. Questi effetti sono stati riscontrati con terapia craniosacrale, manipolazione viscerale, tecniche ad energia muscolare e altro ancora;
    • dolore alle estremità: diversi studi (case report o RCT) hanno mostrato l’utilità dell’OMT in caso di fascite plantare, capsulite adesiva, epicondilite, sindrome del tunnel carpace, sindrome da dolore patellofemorale al fine di ridurre il dolore, aumentare la mobilità e migliorare la funzionalità e la forza;
    • dolore cronico generalizzato: due revisioni sistematiche hanno mostrato l’utilità dell’OMT nel ridurre dolore, disabilità e nel migliorare funzionalità e qualità della vita anche in situazioni come la fibromialgia. Stessi effetti sono emersi in diversi RCT. Una revisione sistematica ha mostrato l’utilità dell’OMT in caso di dolore cronico non canceroso e uno studio ha evidenziato un miglioramento della qualità della vita a seguito dell’OMT in anziani con osteoporosi.

Discussione

Nonostante in alcuni ambiti servano studi più rigorosi e su un maggior numero di persone, la letteratura mostra l’utilità dell’OMT in svariate condizioni dolorose che possono presentarsi nei reparti di pronto soccorso.

È importante evidenziare che molta della ricerca osteopatica presente è condotta in paesi esteri rispetto agli Stati Uniti, ma il livello dell’evidenza è lo stesso fra osteopati statunitensi e osteopati di altri paesi. A tal proposito, una difficoltà della ricerca osteopatica è la standardizzazione del trattamento, difficilmente realizzabile a fronte dell’individualità di ogni persona e dell’OMT stesso. Inoltre, studi in triplo cieco sono impossibili, e quando si compara l’OMT con un trattamento sham bisogna creare un trattamento che venga effettivamente percepito dai pazienti come tale, in quanto altrimenti è per loro facile accorgersi di avere o non avere ricevuto una terapia. Limiti della ricerca osteopatica, comunque, riguardano la mancanza della segnalazione di effetti avversi, la piccola dimensione dei campioni di persone reclutate e la mancanza spesso di gruppi di controllo.

Per quanto riguarda il pronto soccorso, pochi sono gli studi sull’OMT in questi reparti, per cui è difficile generalizzare a questi reparti i risultati ottenuti altrove. Allo stesso modo, probabilmente sono molto pochi i medici che usano l’OMT nei reparti di pronto soccorso, ad eccezione forse di quei dipartimenti dotati di un programma formativo centrato sull’OMT.

Tuttavia, l’OMT ha tutte le caratteristiche per essere introdotto nel pronto soccorso: un intervento osteopatico può richiedere anche soli pochi minuti e può essere diretto a diversi problemi. Studi che hanno valutato la soddisfazione dei pazienti ricoverati hanno mostrato un tasso di soddisfazione di oltre il 94%. Inoltre, sebbene gli studi osteopatici debbano migliorare nel riportare gli effetti avversi, un’analisi delle varie revisioni sistematiche e meta-analisi ha mostrato un’assenza di effetti avversi gravi dovuti all’OMT. Potenziali effetti avversi sono rigidità, fatica, un po’ di gonfiore delle aree trattate, che però tendono a risolversi in poco tempo. È interessante a tal proposito un RCT che ha riportato l’utilità di bere nel ridurre questi effetti secondari.

Sfruttando le codifiche dell’International Classification of Disease-10 (ICD-10) o altre codifiche utilizzate nel singolo paese in cui l’OMT è applicato, gli operatori possono definire delle cartelle cliniche specifiche che contengono tutte le informazioni relativi all’intervento osteopatico e che possono servire alle assicurazioni per rimborsare il trattamento osteopatico.

In conclusione, l’OMT può risultare una terapia valida e sicura da usare nei reparti di pronto soccorso per migliorare la qualità di cura dei pazienti, facendo fronte anche a “crisi” moderne relative, ad esempio, alla terapia del dolore.

La recensione di Osteopedia

A cura di Marco Chiera

Punti di forza: buona panoramica degli effetti dell’OMT sul dolore; buona analisi dei limiti della ricerca osteopatica; spunti su come poter inserire l’OMT nei reparti di pronto soccorso.

Limiti: manca un’analisi dei limiti della revisione. Più che mettere i risultati della ricerca nella Discussione, sarebbe stato meglio creare una sezione Risultati dove mettere quanto presente nell’articolo e poi usare la sezione Discussione per analizzare questi risultati in maniera più dettagliata in relazione ai reparti di pronto soccorso. In questo modo, gli autori avrebbero potuto mostrare meglio l’utilità dell’OMT a livello di costi-benefici rispetto alle terapie standard. Infatti, così com’è, più che una revisione centrata sui reparti di pronto soccorso, questo studio si avvicina di più ad una revisione degli effetti dell’OMT sul dolore.

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