Redazione
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04/02/2025 - Ultimo aggiornamento 04/02/2025
Hugo Ogando-Berea, Raquel Leirós-Rodríguez, Pablo Hernandez-Lucas, Óscar Rodríguez-González | Anno 2024
Efficacia del Trattamento Osteopatico negli Adulti con Sindrome degli Ischiocrurali Corti: Una Revisione Sistematica
Ambito:
Sindrome degli ischiocrurali
Tipo di studio:
Revisione sistematica
Data di pubblicazione della ricerca:
12-10-2024
Scopo dello studio
- Obiettivo: valutare l’impatto dell’OMT su adulti con sindrome degli ischiocrurali.
- Outcome misurati:
- Primari: valutazione della flessibilità degli ischiocrurali.
Metodi
- Articoli analizzati: 8
- Stringa di ricerca:
- struttura del quesito PICOS: adulti con sindrome degli ischiocrurali, tecniche osteopatiche, altri interventi come controllo, effetti sulla flessibilità degli ischiocrurali, studi randomizzati controllati.
- combinazione dei seguenti termini, liberi o come MeSH: Hamstring tendons, Hamstring muscles, Chiropractic manipulation, Orthopedic manipulation, Osteopathic manipulation, Spinal manipulation, Manual therapy, Musculoskeletal manipulation, Stretching, Mobilisation, Manipulation.
- Criteri di inclusione:
- studi randomizzati controllati;
- studi che hanno valutato l’efficacia di ogni tecnica osteopatica sull’elasticità degli ischiocrurali;
- studi su partecipanti con una limitazione di almeno 15° nell’angolo popliteo durante un test di valutazione dell’estensione degli ischiocrurali;
- studi in inglese o spagnolo.
- Criteri di esclusione:
- studi con patologie agli ischiocrurali diverse da quella sotto studio;
- studi su pazienti con età inferiore ai 18 anni o superiore ai 65 anni.
Caratteristiche degli studi
- 8 RCT.
- 2 studi su tecniche ad energia muscolare.
- 4 studi su tecniche articolari.
- 2 studi su tecniche di rilascio miofasciale.
- Valutazione della qualità degli studi tramite punteggio PEDro e valutazione del bias tramite Risk of Bias 2 (Rob2).
- Il punteggio PEDro medio è stato 4.8 su 11; tre studi sono risultati a basso rischio bias mentre 1 è risultato ad alto rischio.
Partecipanti
- Numero nello studio più piccolo: 20 persone.
- Numero nello studio più grande: 70 persone.
- Numero totale: 532 persone (età media 33 anni).
Interventi e valutazioni
- Valutazione della flessibilità degli ischiocrurali tramite test di estensione attiva del ginocchio, di flessione attiva lombare, della distanza dita-pavimento, straight leg test e elettromiografia.
- Sessioni di durata variabile.
- OMT:
- tecniche ad energia muscolare (rilassamento post-isometrico o metodo di Lewit), mobilizzazione vertebrale, rilascio miofasciale (inibizione suboccipitale, rilascio della fascia plantare).
- Controllo:
- placebo (tecniche articolari sham, ossia fittizie, o rimanere sdraiati), vibrazione a tutto corpo, stretching passivo, tecniche di rilascio attivo degli ischiocrurali, nessun intervento.
Risultati
- Outcome primari:
- le tecniche osteopatiche hanno mostrato miglioramenti significativi nella flessibilità degli ischiocrurali. Tuttavia, le tecniche ad energia muscolare sono risultate inferiori rispetto alle tecniche di rilascio attivo oppure simili agli interventi di vibrazione a tutto corpo. Rispetto al placebo o a singoli interventi, le tecniche di inibizione suboccipitale sono risultate migliori, in particolar modo quando combinate con il rilascio della fascia plantare o con stretching passivo;
- per quanto riguarda gli interventi di controllo, i gruppi placebo non hanno mostrato alcun miglioramento, mentre i gruppi con stretching passivo solo quando lo stretching durava 30 s e non di più.
- Ulteriori analisi:
- non sono emersi effetti avversi in nessuno studio analizzato.
Discussione
Diverse tecniche osteopatiche hanno mostrato di poter agire positivamente sulla flessibilità dei muscoli ischiocrurali.
Questi miglioramenti possono derivati da modifiche viscoelastiche o neurofisiologiche legate agli apparati tendinei del Golgi o dei fusi neuromuscolari.
La contrazione isometrica delle tecniche ad energia muscolare può generare uno stimolo che, una volta giunto al sistema nervoso centrale, induce una risposta inibitoria di rilassamento dei motoneuroni alpha. Al contrario, lo stretching passivo potrebbe peggiorare lo stato infiammatorio locale e favorire una maggiore contrazione muscolare.
Le tecniche articolari possono agire allo stesso modo, e anzi avere effetti più marcati stimolando il grigio periacqueduttale, diminuendo l’eccitazione delle cellule del corno dorsale e favorendo un’inibizione transitoria dei motoneuroni alpha tramite il riflesso di Hoffmann.
I collegamenti fra sistema ortosimpatico, dolore e tono muscolare possono anche spiegare perché agendo su zone distali si possono comunque manifestare effetti importanti: infatti, in letteratura sono presenti studi sul rilassamento degli ischiocrurali a fronte di interventi a livello temporomandibolare e cervicale (e viceversa). A tal proposito, le tecniche di inibizione suboccipitale potrebbero agire proprio in questo senso. Non a caso, la muscolatura suboccipitale è sede della maggior concentrazione dei fusi neuromuscolari, centrali per la postura. Agire su questi muscoli può favorire il rilassamento di tutta la linea superficiale della schiena, arrivando così agli ischiocrurali.
Gli effetti emersi sono particolarmente importanti alla luce sia della possibilità di usare l’OMT per migliorare la funzionalità sia della possibilità di usare l’OMT come prevenzione per gli infortuni. Da un lato, ischiocrurali più flessibili significano maggior facilità nello svolgere dalle normali attività quotidiane a gesti sportivi importanti, migliorando non solo la forza ma anche l’equilibrio posturale e la coordinazione. Dall’altro lato, ischiocrurali flessibili tendono a proteggere da tendinopatie e lesioni muscolari riducendo la tensione accumulata nei muscoli. Senza contare che riducono meccanismi di compensazione posturale che possono mettere sotto sforzo diverse strutture del corpo, fra cui l’area lombare.
Un limite di questa revisione è l’eterogeneità presente negli studi a livello di numerosità campionaria (quanti soggetti vengono inclusi in uno studio), tecniche usate e metodi di valutazione della flessibilità muscolare, il che rende impossibile una meta-analisi degli studi. Pertanto, i risultati emersi sono da prendere col beneficio del dubbio in attesta di studi più robusti.
Mancano follow-up per vedere gli effetti a lungo termine dell’OMT e, inoltre, la qualità metodologica degli studi è risultata piuttosto bassa. Sono infatti emersi bias nella randomizzazione e nella misurazione degli outcome, fattori che possono sovra- o sottostimare gli effetti reali.
Studi futuri dovranno quindi avere una metodologia nettamente migliore e prevedere follow-up. Sarebbe utile poi che stratificassero i risultati per sesso ed età, in quanto entrambi i fattori possono influenzare la flessibilità degli ischiocrurali, e che comparassero fra loro diverse tecniche in modo da definire il protocollo di intervento ideale.
La recensione di Osteopedia
A cura di Marco Chiera
Punti di forza: prima revisione su OMT e flessibilità degli ischiocrurali in caso di sindrome degli ischiocrurali; buona descrizione delle tecniche ostepatiche usate negli studi; buona discussione sui possibili meccanismi d’azione; analisi dei limiti della ricerca osteopatica; analisi degli effetti avversi.
Limiti: i limiti dovuti agli studi sono riportati dagli autori, mentre manca un’analisi dei limiti della revisione in sé (più che degli studi inclusi). Ad esempio, la stringa di ricerca usata, non avendo considerato singolarmente tutte le tecniche osteopatiche, può aver lasciato fuori ulteriori studi su OMT e ischiocrurali.
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