Redazione
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15/04/2025 - Ultimo aggiornamento 15/04/2025

Murdi S. Alanazi, Brian Degenhardt, Gwyn Kelley-Franklin, James M. Cox, Laura Lipke, William R. Reed | Anno 2025

Risposta Neuromuscolare alla Manipolazione Spinale ad Alta-Velocità, Bassa Ampiezza—Una Panoramica

Ambito:

Tecniche ad alta velocità e bassa ampiezza

Tipo di studio:

Revisione narrativa

Data di pubblicazione della ricerca:

22-01-2025

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Scopo dello studio

  • Obiettivo: riportare le principali evidenze sulla manipolazione spinale ad alta velocità e bassa ampiezza.
  • Outcome misurati:
    • valutazione delle risposte neuromuscolari misurate tramite elettromiografia (EMG), spessore muscolare, forza muscolare, riflessi, elettroencefalogramma (EEG) e potenziali evocati.

Metodi

  • Articoli analizzati: 136.
  • Stringa di ricerca:
    • combinazione di termini, liberi o come MeSH, in relazione alla manipolazione spinale e alle risposte neuromuscolari.
  • Criteri di inclusione:
    • studi originali;
    • studi su esseri umani (escludendo studi di pediatria e case report);
    • studi pubblicati in inglese;
    • studi che hanno utilizzato misure neuromuscolari direttamente correlate alle sole tecniche ad alta velocità bassa ampiezza.
  • Criteri di esclusione:
    • studi su animali;
    • studi in lingue diverse dall’inglese;
    • studi dove la manipolazione è stata valutata assieme ad altri approcci.

Interventi e valutazioni

  • Valutazione delle risposte neuromuscolari tramite EMG, spessore muscolare, forza muscolare, riflessi (onda-M, riflesso-H, onda-V e onda-F) relativi all’inibizione pre-sinaptica e all’eccitabilità dei motoneuroni, potenziali evocati potenziali evocati motori (MEP), somatosensoriali (SEP) e dei periodi silenti corticali (CSP) e EEG.
  • Intervento:
    • manipolazione spinale ad alta velocità bassa ampiezza.

Risultati

  • Outcome primari:
    • Meccanocettori muscolo/tendinei: i pochi studi che hanno esaminato gli effetti della manipolazione spinale sul senso di posizione articolare o sulla propriocezione hanno riportato risultati contrastanti a seconda dell’articolazione e della condizione.
    • Attivazione muscolare, EMG e velocità di conduzione: studi sulla manipolazione spinale cervicale, toracica e lombare, sia manuale sia attuata da un dispositivo, hanno mostrato cambiamenti nell’attività muscolare locale e distante. Diversi studi hanno mostrato risposte specifiche a fronte di manipolazioni brevi piuttosto che a fronte di manipolazioni più durature. Allo stesso modo, diversi studi hanno registrato una relazione lineare fra la forza applicata durante le tecniche e l’attività EMG dei muscoli paraspinali e di altri muscoli come i bicipiti brachiali, i deltoidi, i muscoli della spalla e nei muscoli addominali. Altri studi hanno invece evidenziato una diminuzione dell’attività EMG, ad esempio, nei muscoli del tronco, mentre altri studi ancora non hanno mostrato alcuna variazione, anche in caso di movimenti funzionali. Le analisi sulla velocità di conduzione muscolare hanno mostrato risultati contrastanti, forse a causa delle diverse metodiche usate.
    • Forza muscolare: sono stati riportati aumenti a breve termine della forza muscolare dopo la manipolazione spinale in diversi muscoli e popolazioni di pazienti, effetti attribuiti in parte all’aumento di impulsi nervosi derivanti dalle aree corticali. In particolare, sono emersi effetti sulla forza di presa manuale e sulla forza delle gambe nel salto Tuttavia, alcuni studi non hanno mostrato nessun cambiamento nella forza muscolare.
    • Spessore muscolare: la manipolazione spinale ha mostrato in alcuni studi di poter determinare significative diminuzioni immediate nella rigidità spinale. Diversi studi sullo spessore del muscolo multifido lombare durante la contrazione hanno però mostrato risultati contrastanti.
    • Onda-M, riflesso-H, onda-V e onda-F: le tecniche ad alta velocità bassa ampiezza non sembrano indurre cambiamenti nelle onde-M, ma sembrano poter aumentare l’ampiezza delle onde-V. Non sono state osservate variazioni nei parametri dell’onda-F. Molti studi hanno mostrato che la manipolazione spinale diminuisce l’ampiezza del riflesso-H, indicando una diminuzione transitoria dell’eccitabilità del motoneurone. Tuttavia, altri studi non hanno riportato cambiamenti nel riflesso-H. A tal proposito, diversi studi hanno evidenziato come movimenti dei partecipanti, manovre di stretching passivo, lo stato mentale dei partecipanti e altri fattori possono facilmente influenzare queste misurazioni introducendo importanti bias.
    • potenziali evocati ed EEG: le analisi dei MEP, dei CSP, dei SEP e delle curve stimolo-risposta a livello di facilitazione e inibizione intracorticale a seguito di manipolazione spinale hanno mostrato risultati misti. In alcuni studi sono emersi effetti significativi nei potenziali corticali relativi al movimento (MRCP), i quali riflettono attivazioni corticali precedenti all’inizio di ogni tipo di movimento, e nei SEP a livello prefrontale, i quali riguardano la funzione delle vie somatosensoriali che vanno dalla periferia al centro. A livello di EEG, sono emerse variazioni a riposo, sia in popolazioni sane sia in persone con diverse condizioni (es. alterazioni cognitive): in particolare, sono emerse variazioni nelle onde cerebrali (alpha, beta, delta e theta) in diversi lobi cerebrali. Infine, alcuni studi hanno rilevati un aumento dei potenziali di azione composti (CAP), i quali sono legati alla sincronizzazione delle attività nervose e delle fibre muscolari.

Discussione

Questa revisione ha riportato diversi possibili meccanismi d’azione inducibili dalle manipolazioni spinali ad alta velocità bassa ampiezza.

I fusi muscolari rappresentano uno dei tanti tipi di recettori sensoriali stimolati durante queste tecniche, e rimane molto lavoro da fare per indagare le risposte di altri recettori sensoriali e come questi interagiscano con il sistema nervoso centrale. Ad esempio, gli organi tendinei del Golgi, data la loro disposizione in serie rispetto alle fibre muscolari, possono essere più sensibili a forze attive piuttosto che passive, quali quelle indotte da una manipolazione spinale. Tuttavia, serve ulteriore ricerca per chiarire la relazione precisa tra le tecniche ad alta velocità bassa ampiezza e questi recettori meccanici. E servono ulteriori studi per rispondere alle domande clinicamente rilevanti riguardanti la relazione tra la risposta di recettori sensoriali specifici e la loro influenza sull’attività del sistema nervoso centrale, sulla propriocezione e su risultati clinici.

Per quanto riguarda gli effetti registrati tramite EMG, gli studi mostrano risultati contrastanti, probabilmente per differenze metodologiche, piccole dimensioni del campione, mancanza di standardizzazione nell’attuazione della manipolazione spinale e difficoltà nell’attuare registrazioni EMG. Inoltre, manca una relazione fra modifiche rilevate tramite EMG e risultati clinici.

Gli studi che hanno analizzati l’EEG e i potenziali evocati hanno riportato degli effetti, tuttavia transitori, il che rende difficile dimostrare una relazione diretta tra questi cambiamenti ed eventuali risultati clinici. Tuttavia, questi studi sono solo agli inizi e, quindi, servono studi più approfonditi.

Futuri studi dovranno valutare il corretto dosaggio della manipolazione spinale al fine di attivare specifici recettori sensoriali, oppure per modificare in maniera specifica la viscoelasticità di specifici tessuti. Inoltre, servono studi che valutino l’impatto fisiologico e clinico del sito specifico di applicazione delle tecniche ad alta velocità bassa ampiezza.

Questa revisione ha dei limiti: non ha voluto essere un’analisi esaustiva, né ha valutato la rigorosità scientifica degli studi citati. Inoltre, spesso il campione analizzato nei vari studi è risultato piccolo, impedendo la generalizzabilità dei risultati riportati.

La recensione di Osteopedia

A cura di Marco Chiera

Punti di forza: panoramica piuttosto ampia dello stato della ricerca sulla manipolazione spinale; descrizione dettagliata dei risultati emersi dagli studi analizzati; analisi dei limiti e dei risultati contrastanti presenti in letteratura.

Limiti: i risultati potevano essere riportati graficamente o come tabelle per renderne più immediata la comprensione. Manca una visione d’insieme dei diversi meccanismi, nel senso che oltre a citarli sarebbe stata utile una descrizione che mostrasse, anche in maniera schematica, cosa può accadere dopo una manipolazione spinale e come tutti i vari meccanismi d’azione possono interagire fra loro.
Dato che sono stati inclusi studi portati avanti da operatori diversi (fisioterapisti, chiropratici, osteopati, etc.), manca un’analisi di questo fattore confondente, in quanto non è detto che professionisti diverse usino la manipolazione spinale allo stesso modo.

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