Sindrome del tunnel carpale

a cura di Massimo Valente

L’approccio osteopatico alla sindrome del tunnel carpale: integrare il benessere manuale nella cura delle neuropatie

La sindrome del tunnel carpale (STC) è una condizione neuropatica comune che colpisce l’arto superiore, provocando sintomi quali dolore, formicolio, debolezza o intorpidimento nella mano e nel polso. Caratterizzata dalla compressione del nervo mediano all’interno del tunnel carpale, questa patologia può derivare da vari fattori, inclusi movimenti ripetitivi, posizioni prolungate, disordini metabolici, traumi o alterazioni anatomiche. L’approccio osteopatico, con la sua visione olistica e non invasiva, offre una prospettiva unica e complementare nel trattamento della STC, puntando al ripristino della funzionalità e alla riduzione del dolore attraverso tecniche manuali specifiche.

Principi osteopatici applicati alla STC

L’osteopatia si basa sul principio fondamentale che il corpo è una unità, e che la struttura e la funzione sono reciprocamente interdipendenti. Questa filosofia si applica efficacemente nella gestione della STC, dove l’osteopata mira a migliorare non solo la funzionalità locale del tunnel carpale, ma anche ad ottimizzare le condizioni biomeccaniche e circolatorie dell’intero arto superiore e del sistema corporeo in generale.

Valutazione osteopatica

La valutazione inizia con un esame dettagliato della storia clinica del paziente, seguito da un esame fisico che non si limita al polso e alla mano, ma include anche la valutazione delle strutture correlate come il gomito, la spalla e la colonna cervicale. L’osteopata esegue test specifici per valutare la mobilità, la forza, la sensibilità e la presenza di eventuali restrizioni o disfunzioni nei tessuti molli che possono influenzare il nervo mediano.

Tecniche osteopatiche nella gestione della STC

• Mobilizzazione del nervo mediano: tecniche dolci e specifiche per mobilizzare il nervo mediano all’interno del tunnel carpale, mirando a ridurre la compressione e migliorare la sua funzionalità.
• Tecniche di rilascio miofasciale: applicate ai muscoli dell’avambraccio, del polso e della mano, nonché ai tessuti connettivi circostanti, per alleviare le tensioni e migliorare la circolazione locale.
• Normalizzazione della biomeccanica articolare: correzione delle disfunzioni articolari nel polso, nel gomito e nella spalla ma soprattutto di mobilità del torace, che possono contribuire alla sindrome attraverso meccanismi compensatori o restrizioni di movimento.
• Tecniche craniosacrali: indirizzate a riequilibrare le tensioni nel sistema craniosacrale che possono influenzare indirettamente la biomeccanica del braccio e del polso.
• Tecniche viscerali con particolare attenzione all’utero e a tutti i meccanismi fisiologici ad esso correlati: non è un caso che le donne ne soffrano in percentuale decisamente predominante e che ciò avvenga nelle fase cruciali del loro essere donna (gravidanza e menopausa).
• Esercizi e consigli ergonomici: fornire al paziente istruzioni su esercizi specifici per aumentare la forza e la flessibilità e consigli ergonomici per modificare attività quotidiane o postazioni di lavoro che possono aggravare la condizione.

Conclusioni e raccomandazioni

La gestione osteopatica della STC si distingue per il suo approccio olistico e personalizzato, che va oltre il semplice trattamento dei sintomi per indirizzare le cause sottostanti e promuovere il benessere generale del paziente. Sebbene l’osteopatia possa offrire significativi benefici, è importante ricordare che può essere necessario un approccio multidisciplinare, soprattutto in casi severi o cronici. Si raccomanda ai pazienti di consultare il proprio osteopata per discutere della migliore strategia terapeutica per le loro specifiche necessità.