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28/11/2022 - Ultimo aggiornamento 12/12/2023

Studi clinici randomizzati e controllati (RCT)

[tempo di lettura: 4 minuti]

In genere, questo tipo di studio si prefigge di studiare un nuovo regime preventivo o terapeutico e naturalmente deve conformarsi, come tutti gli altri studi, alla Buona Pratica Clinica e ottenere l’approvazione del Comitato Etico.

Gli RCT tipicamente studiano due interventi (farmaco e placebo) in una popolazione divisa casualmente in due gruppi. Hanno molto in comune con gli altri studi quantitativi, per esempio formulano un quesito quantitativo, reclutano una popolazione omogenea e impongono come punto di partenza l’accettazione dell’ipotesi nulla, tuttavia sono contraddistinti da alcune peculiarità metodologiche che li rendono più rigorosi.

  • Gruppo di controllo
    La presenza di un gruppo di controllo consente di paragonare il gruppo sottoposto all’intervento con un altro gruppo omogeneo, selezionato rispettando i criteri di eleggibilità. Questo consente di minimizzare gli effetti di tutte le variabili ad eccezione di quella indipendente.
  • Randomizzazione
    È la suddivisione della popolazione dello studio in due o più gruppi mediante un procedimento casuale, che può essere realizzato con un’estrazione a sorte anche con l’ausilio di appositi programmi software. In questo modo vengono evitati molti bias di allocazione.
  • Mascheramento
    Definito anche accecamento, è il processo per cui per l’intera durata dello studio viene precluso a certe categorie di soggetti coinvolti di conoscere determinate informazioni.

La più frequente delle informazioni nascoste è l’allocazione ai vari gruppi, ma allo scopo di ridurre i bias i ricercatori possono fare anche in modo che i questionari per misurare gli outcome vengono somministrati da operatori all’oscuro dello scopo dello studio, oppure che l’esecuzione dell’analisi statistica venga affidata ad addetti che non conoscono i presupposti dello studio.

Il mascheramento può avere vari livelli, per esempio si possono definire studi “a singolo cieco”, oppure a doppio, triplo, quadruplo cieco a seconda del numero di categorie mantenute all’oscuro.

    • nel singolo cieco, tipicamente i partecipanti allo studio non sanno se sono stati allocati al gruppo di studio o al gruppo di controllo;
    • nel doppio cieco, possono essere all’oscuro dell’allocazione anche gli sperimentatori, oppure anche gli operatori che misurano gli outcome;
    • nel triplo cieco, tipicamente sono all’oscuro gli sperimentatori, i pazienti e gli operatori addetti alla misurazione degli esiti;
    • nel quadruplo cieco, oltre alle tre categorie precedenti possono essere all’oscuro anche gli operatori incaricati di effettuare l’analisi statistica.
  • Rigore metodologico
    Fra le linee guide utili al fine della conduzione e del reporting delle sperimentazioni RCT a due bracci paralleli si possono menzionare le CONSORT, uscite nel 2010 e disponibili anche in lingua italiana.

Nella letteratura osteopatica gli studi di ricerca RCT sono spesso penalizzati dal fatto di non poter mantenere l’operatore all’oscuro di quello che sta facendo. Si tratta di un problema condiviso anche da altre discipline, quali ad esempio la pratica chirurgica, molte terapie psicologiche e le altre medicine manuali.

Fra le molte riflessioni metodologiche nel campo della ricerca osteopatica si rimanda per esempio a un articolo di Licciardone e Russo1, che può essere utile come approccio introduttivo all’argomento della terapia simulata nel braccio di controllo degli RCT osteopatici.

Come esempio pratico di RCT, realizzato secondo le linee guida CONSORT, si può citare uno studio di Cerritelli et al.2 sui neonati pretermine (disponibile anche in italiano nella pagina delle pubblicazioni tradotte sul sito della Come Collaboration). Questo studio aveva arruolato 695 neonati nati fra la 29esima e la 37esima settimana di gestazione, ricoverati nelle unità di terapia intensiva di tre ospedali pubblici, e divisi con randomizzazione a blocchi in due gruppi uno dei quali sottoposto a OMT due volte alla settimana. Sia il gruppo di studio che quello di controllo ricevevano trattamenti della durata di 30 minuti, il personale delle UTIN era all’oscuro dell’allocazione dei pazienti. Il parametro scelto in questo studio per valutare l’effetto dell’OMT era la durata della degenza (LOS, Length Of Stay). Lo studio ha rilevato differenze statisticamente significative nella LOS (13,8 contro 17,5 giorni rispettivamente per il gruppo OMT e il controllo).

Per ulteriori approfondimenti si rimanda agli articoli su pubblicazioni scientifiche di Osteopedia, e al volume curato da Francesco Cerritelli e Diego Lanaro3.

Bibliografia

  1. Licciardone JC, Russo DP. Blinding protocols, treatment credibility, and expectancy: methodologic issues in clinical trials of osteopathic manipulative treatment. J Am Osteopath Assoc. 2006 Aug;106(8):457-63.
  2. Cerritelli F, Pizzolorusso G, Renzetti C, Cozzolino V, D’Orazio M, Lupacchini M, Marinelli B, Accorsi A, Lucci C, Lancellotti J, Ballabio S, Castelli C, Molteni D, Besana R, Tubaldi L, Perri FP, Fusilli P, D’Incecco C, Barlafante G. A multicenter, randomized, controlled trial of osteopathic manipulative treatment on preterms. PLoS One. 2015 May 14;10(5):e0127370.
  3. Cerritelli F, Lanaro D. Elementi di ricerca in osteopatia e terapie manuali. Napoli: Edises, 2018.
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